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  • Il metodo

    Il senso del lavoro

    Armonia tra quello che faccio, sento e penso.

    Eccoci arrivati così all’ottavo ed ultimo principio vitale dell’azienda: il SENSO.

    Quale è il senso del lavoro, del mio lavoro? 

    Quello che faccio mi restituisce il senso del successo, della realizzazione personale, della soddisfazione, della tranquillità? 

    Chi sono io e cosa voglio?

    Siamo figli di una società, e di Società, che ci hanno insegnato a riconoscere il denaro come strumento primario per dare senso e riconoscimento al nostro lavoro.

    Il denaro, insieme al potere, è stato una delle poche possibilità per riuscire a giustificare sacrifici e frustrazioni.

    La civiltà del consumo ha promosso il punto di vista secondo cui il valore della vita è dato dalla quantità di piacere che riusciamo a procurarci. Acquistando.

    Abbiamo così alimentato la contrapposizione tra dovere e volere

    Siamo entrati volontariamente nella gabbia del criceto e lì alcuni continuano a correre senza andare da nessuna parte.

    Ci siamo sforzati ad assumere ruoli non nostri, con l’illusione di poter essere liberi grazie alla qualità del tempo libero che ci hanno venduto. E noi gli abbiamo creduto.

    Non ci ricordiamo più dove sia il luogo dove il nostro potere e il nostro volere corrispondono; dove ritrovare il nostro ruolo per il benessere personale e per quello dell’intero sistema.

    Se lo scopo principale delle nostre azioni è fare soldi, il momento presente è diventato un mezzo verso un fine. 

    Quando vedi il momento presente stesso e tutto quello che fai in quel momento come un mezzo verso un fine, si tratta di pensiero e azione non illuminati.

    Questo crea ulteriore sofferenza, non importa quale sia il finale. 

    L’energia che fluisce in quello che fai non è allineata con la vita, perché tu non sei allineato con la vita. 

    Parti da una coscienza egoica.Il denaro è un buon esempio. 

    Un business illuminato non è interessato primariamente a fare soldi, perché quando si è interessati a fare soldi si desidera più il futuro che il presente. 

    Ogni volta che si desidera il futuro rispetto al presente, l’intelligenza vera, che può fluire in quello che facciamo solo quando si è totalmente allineati con il momento presente, non può fluire in ciò che stiamo facendo.

    In altre parole, quello che fai è ego, o viene dall’ego.

    Naturalmente, quando intraprendi un’azione, c’è sempre uno scopo, che è nel futuro. 

    Qualunque cosa tu faccia nella vita quotidiana, guidare da qui a lì, cercare di parlare con qualcuno al telefono, fare questo o quello, vai sempre verso qualche altra parte. 

    Questo è inevitabile. Ma la domanda è: tal fine nel futuro è per te più importante di ciò che stai facendo nel presente? 

    Se lo è, allora è una forma di ego. 

    L’ego guarda sempre verso il momento successivo alla ricerca di appagamento.

    Riallineamento significa che lo scopo principale della tua vita è ogni azione che stai facendo in questo momento.

    Lo scopo principale della vita è essere pienamente in ciò che si sta facendo” 

    Eckart Tolle 

    Come ricercare il senso di noi stessi e del nostro lavoro?

    La ricerca di senso è un’esplorazione, che non finisce mai, perché noi cambiamo e con noi cambia anche il nostro “ fluire” nella vita.

    Per ritrovare o ricercare il senso del lavoro che facciamo, dobbiamo prima di tutto attivare una buona relazione con noi stessi.

    La buona relazione con noi stessi nasce da 3 passi fondamentali :

    osservazione, riconoscimento e accoglienza di chi siamo.

    Imparare a prendere consapevolezza di quello che è, così com’è.

    Questa è la base di partenza.

    Se non so da dove parto, come faccio a definire dove voglio arrivare ?

    Alla domanda “Chi sono io ?” Ramana Maharshi risponde definendo l’importanza dell’auto osservazione

    Se ci si chiede “Chi sono io?”, la mente risale alla sua sorgente; ed il pensiero che era sorto diverrà quiescente.

    Con questo esercizio la mente svilupperà la capacità di rimanere in se stessa.

    E, da questo stato, assume particolare importanza il concetto giapponese di ikigai che viene tradotto con “un motivo per alzarsi la mattina”.

    Ikigai tradotto in italiano, significa “qualcosa per cui vivere” o “una ragione per esistere”. Il nostro sense of life : tutti ne abbiamo uno, ma non sempre ne conosciamo l’esistenza.

    La ricerca del proprio ikigai richiede i 3 passi fondamentali di cui sopra, e risponde sostanzialmente a 4 aspetti. Prova a definirti in base a:  

    quello che ami

    quello in cui sei bravo

    quello di cui il mondo ha bisogno

    quello per cui ti pagano

    L’ikigai corrisponde al tuo talento unico e speciale.

    La ricerca è apparentemente semplice, ma non per questo sempre facile.

    Definire i 4 punti precedenti richiede una mente libera e calma, la capacità di accettazione e il coraggio della scoperta, ma una volta individuato il proprio sense of life, e accettato,  questo ci indicherà la strada, ci fornirà la motivazione quotidiana, sosterrà il nostro intento e sarà la nostra bussola di allineamento tra chi siamo e cosa facciamo nella nostra vita.

    Un suggerimento ulteriore per meglio comprendere come entrare in contatto con il proprio SENSO del lavoro e con il proprio ikigai è riconoscere quando e quante volte nella nostra giornata ci capita di essere in stato di flow.  

    Come afferma Csikszentmihalyi nel libro La corrente della vita ti accorgi di essere in stato di flow quando la concentrazione e’ così intensa,che non rimane più’ attenzione da dedicare a nient’altro. Qualunque attività che dà esperienze di questo genere è così gratificante che la si pratica come fine a se’ stante, preoccupandosi poco di quel che se ne ricaverà, persino quando e’ difficile o pericolosa”.

    Essere in stato di flow significa esserci completamente! Mente, corpo, emozioni.

    Hai presente un bambino quando gioca con i Lego? E’ completamente assorto nel suo mondo, completamente. Il suo corpo, i suoi pensieri e le sue emozioni vibrano in un “campo energetico” dove il resto non conta.

    Quante volte ti capita nella tua giornata di sentirti completamente assorto, come un bambino che gioca con i Lego ?

    Secondo il ricercatore Owen Schaffer per entrare nel flusso di un’attività devono verificarsi queste condizioni:

    1. sapere cosa fare
    2. sapere come farlo
    3. sapere quanto bene lo stiamo facendo
    4. sapere dove andare
    5. affrontare sfide ambiziose
    6. usare le nostre migliori risorse personali
    7. essere liberi da distrazioni

    Quindi, quando inizi a darti delle risposte in merito ai 4 principi dell’ikigai, quando riconosci la tua passione per ciò che fai, che ti porta a stare nello stato di flow, secondo Eckart Tolle, “tutto quello che fai nel business deriva da uno stato interiore di allineamento con la vita e con la fonte della vita stessa, per cui la pace fluisce in tutto quello che fai.Ciò non cambia necessariamente quello che fai, anche se può cambiare la situazione, ma trasforma l’energia che fluisce in quello che fai. Proviene da uno stato interiore di pace

    L’equilibrio tra quello che faccio, sento e penso.

    Einstein diceva “La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l’equilibrio devi muoverti”.

    L’azione resta l’atto manifesto dei nostri pensieri, dei nostri talenti e della nostra capacità e fiducia in essi.

    Trovare noi stessi, il senso della nostra vita non sempre significa cambiare il senso del nostro lavoro. 

    L’equilibrio è una ricerca di continuo movimento.

    Ogni volta che in questa ricerca si mette in campo troppo sforzo, e’ un buon segnale per staccarci e prendere un momento di pausa. Solitamente ogni cambiamento porta con sé una rivoluzione, una necessità percepita come urgenza di cambio di  direzione che ci procura solitamente stress e blocchi energetici. 

    E così ci ritroviamo a far competere il dovere con il volere. Di nuovo.

    Proviamo allora ad affidarci al senso della rinascita, più che a quello del cambiamento.

    Rinascere significa rigenerarsi, nascere a nuova vita nel posto in cui si è, con quello che si ha.

    Non implica uno spostamento urgente, ma un ritrovamento necessario e un cambio di rotta graduale.

    Rinascere riporta, come già detto sopra, osservarsi, riconoscersi e connettersi alla propria energia: indirizzarla in attività e comportamenti che ci fanno splendere. 

    Significa ridare luce alle parti di noi che hanno il potere, a loro volta, di illuminarci. 

    Mettere in moto e sostenere l’energia.

    Solo così potremo equilibrare il nostro piano fisico, mentale ed emotivo ed entrare in un circolo virtuoso in cui il modo di operare (la nostra azione) sarà predominante rispetto all’ambito di azione (il campo di azione). 

    Solo così il nostro sentire potrà allinearsi all’agire e aiutarci a riscoprire il senso del nostro lavoro, prima di tutto per noi stessi e poi per l’ambiente e le persone che ci circondano.

    Ma niente paura, non siamo soli.

    La Natura tende sempre all’equilibrio. 

    Il nostro corpo ci manda segnali, quotidianamente, che ci aiutano a riallineraci. Se viene percepito uno squilibrio energetico il corpo avvisa e lo fa, inizialmente, con cortesia. 

    Noi siamo pronti ad ascoltare?

    Se siamo troppo distratti dalla frenesia, se non sappiamo sentirci, se non abbiamo fede nelle nostre sensazioni, emozioni ed intuizioni, il corpo urla sempre più forte: finchè non ci accorgiamo di lui. 

    E’ così che nascono i malesseri a qualsiasi livello: da uno scompenso energetico non riconosciuto.

    Come ascoltare i segnali di disequilibrio e ripristinare il giusto senso del Sé?

    Per riconoscere il linguaggio naturale dell’energia occorre conoscerlo.

    Lavorare con strumenti che ci pongono quotidianamente in contatto con noi stessi è fondamentale per avvicinarci, riconoscerci, sostenerci, farci brillare.

    Ne possiamo individuare 4 principali, che sono poi i 4 pilastri portanti del metodo Energyogant:

    1. Praticare yoga, significa liberare il proprio corpo energetico ( prana= spiritus=soffio vitale) che attraverso il corpo fisico, calma la “mente scimmia” e i pensieri diventano intuitivi, migliora la chiarezza e la direzione.
    1. Meditare ci aiuta ad entrare in relazione con la realtà presente così com’è. E’ solo nel passato e nel futuro che si genera la sofferenza. Praticare mindfullness e meditazione apre la strada ad una mente svuotata e pronta ad accogliere il nuovo. 
    1. Nutrire il corpo partendo dall’energia vitale e “sottile” del cibo che ingeriamo, scoprendone peculiarità e caratteristiche che agiscono e reagiscono differentemente per ognuno di noi. Scoprire che esiste un cibo potenziante ed un cibo depotenziante per la nostra energia, efficienza e concentrazione.
    1. Il coaching, come percorso di crescita personale che sostiene e maieuticamente ci aiuta a far emergere la nostra migliore espressione, la nostra creatività, la nostra direzione chiara allineandola, attraverso un allenamento costante, al nostro SENSO più profondo. 

    Le 3 caratteristiche del SENSO del lavoro

    Il senso del lavoro si traduce in un lavoro buono quando fa bene a me, fa bene agli altri e all’ambiente.

    Noi facciamo parte di un sistema più complesso della nostra singola persona.

    La ricerca della realizzazione per se stessi, e per il proprio bene, si regge su un altra dimensione di equilibrio: quello che ci mette in relazione al benessere di chi ci sta intorno e al rispetto per l’ambiente.

    Il senso del lavoro va quindi ricercato in prospettiva allargata e di connessione tra il benessere personale, dell’azienda, della società e del pianeta.

    Questo passaggio è fondamentale per dare valore reale al nostro lavoro e al nostro talento.

    Quello che facciamo deve rapportarsi non solo al nostro vantaggio personale ma anche al vantaggio di chi riceve i frutti del nostro lavoro.

    Allo stesso modo i frutti del nostro lavoro andrebbero impegnati in progetti, azioni, acquisti che rispettino la dignità umana e l’ambiente, contribuiscano all’affermazione di libertà, uguaglianza e fraternità negli ambiti culturale, politico ed economico.

    Ciò vuol dire recuperare un rapporto più sano con se stessi e con gli altri, e contribuire significativamente al progresso sociale di cui abbiamo bisogno. 

    Così, quando avremo impiegato i nostri talenti, e lasciate libere le persone con cui lavoriamo di esprimere i propri, scopriremo il senso completo del lavoro e, in piena libertà, ne assumeremo la responsabilità riconoscendola come nostra, non perché qualcuno ce l’ha imposta ma perché fa parte del nostro essere.

    Esercizio

    Prendi carta e penna, prenditi almeno 20 minuti tranquilli e se puoi metti una piacevole musica di sottofondo e prova a rispondere a queste domande?

    • Scrivi ciò che ti piace fare.
    • Scrivi le qualità che solitamente gli altri ti riconoscono.
    • Verifica se corrispondono a come ti senti tu quando svolgi le attività che ti piacciono
    • Riesci ad esprimere queste qualità nella tua attività lavorativa ?
    • Cosa ti servirebbe per poterle esprimere meglio ?
    • Chi potrebbe aiutarti ad esprimerle meglio nel tuo lavoro ?
    • Immagina il futuro che vorresti ( casa, ambiente, lavoro, famiglia, natura, ecc.)

    ENERGYOGANT

    Il metodo Energyogant concreto e misurabile, ha come intento il miglioramento e il sostegno dell’energia personale anche nei momenti di alto impatto lavorativo.

    E’ suddiviso in 4 macro aree all’interno delle quali vengono forniti strumenti e feedback per sviluppare energia, creatività, concentrazione e vitalità nel singolo, migliorando il  benessere organizzativo.

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