Quarto principio vitale dell’azienda: ATTENZIONE
Sviluppare la capacità attentiva migliora il nostro brain wellness
L’attenzione è un processo cognitivo che permette di selezionare alcuni stimoli ambientali tra i molti disponibili, ad un dato momento, e di ignorarne altri.
La over stimolazione digitale è ormai noto che ha portato ad una diminuzione della capacità attentiva nelle persone.
L’attenzione è localizzata nella corteccia pre-frontale, la parte cognitiva del nostro cervello.
Disporre della proprie capacità attentiva vuol dire disporre di uno degli strumenti utili a direzionare la propria energia e renderla concreta e creativa.
Quando la nostra attenzione si focalizza su un determinato oggetto, interno e/o esterno, c’è un addensamento di neuroni.
Oggi, grazie a diversi studi di neuroscienze, la neuroplasticità cerebrale e’ riconosciuta e dimostrata.Fino a pochi anni fa si riteneva che con l’aumentare dell’età il cervello non potesse subire modificazioni.
Più portiamo attenzione, più il cervello e’ capace di attenzione stabile, aumentando il numero di neuroni. Tutto ciò porta inevitabilmente ad un ispessimento della corteccia pre frontale.
Molto interessante questa visione, soprattutto nei confronti delle malattie degenerative neuronali, relative all’avanzamento dell’età.
Differenza tra capacità attentiva totale e concentrazione
Dona Hollemann, nel suo libro “ Gli 8 principi vitali dello yoga” parla di visione periferica e visione concentrica.
La visione periferica ha a che fare con l’attenzione totale o mente meditativa che va ben oltre alla mente concentrata.
Krishnamurti afferma “Non so se avete mai notato che quando prestate un’attenzione totale c’è un silenzio assoluto. E in quell’attenzione non esistono frontiere, quell’attenzione, quel silenzio è lo stato meditativo della mente” .
La concentrazione è “muoversi verso il centro” e solitamente orientata verso un oggetto/focus.
L’attenzione totale non è selettiva, è una riflessione a 360° sul mondo, un riflesso eguale di tutte le cose e non vi e’ dislivello. Nell’attenzione totale, come sostiene Patanjali, “la mente quieta è come un cristallo che riflette la realtà in cui l’osservatore, l’oggetto dell’osservazione e l’atto di osservare diventano una cosa sola”.
Nell’attenzione totale, noi non ci siamo.
L’attenzione totale prevede l’osservazione di cio’ che e’.
Nell’attenzione totale non dobbiamo scegliere un oggetto su cui concentrarci, non c’è concentrazione, ma i sensi assimilano tutto, senza tensioni, senza rifiutare o scegliere.
Tutto ricade nel campo della nostra consapevolezza e tutte le cose hanno eguale valore: non c’è giudizio nell’ attenzione totale. Il giudizio attiene la concentrazione.
La capacità attentiva genera una mente calma che lascia spazio al nuovo, allo stupore, all’intuizione.
Cosa succede quando osserviamo un bambino che gioca con i Lego o con le costruzioni?
E’ completamente coinvolto mente, corpo, emozioni.
Qualsiasi persona, cosa possa passargli vicino non lo distoglie dal suo mondo.
E’ completamente in stato di flow.
Quante volte riesci da adulto ad essere completamente in stato di flow?
Ad essere mente, corpo ed emozioni sincronizzate all’unisono e presenti?
In quali attività?
Come attivi lo stato di flow nel tuo lavoro?
La capacità attentiva genera benessere, perchè attiva la nostra capacità di esserci, il nostro equilibrio. Questa e’ la questione !
La distrazione è separazione dal Sé e genera stress
La distrazione, di contro, è un’interruzione dell’attenzione causata da qualche stimolo esterno o interno. Basta qualche oggetto o persona attorno a noi per catturare la nostra attenzione così da distrarci dal compito che altri o noi stessi ci eravamo assegnato.
Mentre stai leggendo questo articolo hai controllato la mail, e whatsapp? Il gruppo genitori, amici, ape 2021?
C’è un aggiornamento, una nuova serie, e poi Facebook, Instagram, un like. Messaggi? Chiamate non risposte? Invitation? Aggiornamenti sulla situazione attuale? Aspetta, cosa?
Questi siamo noi.
La nostra capacità attentiva è messe a dura prova e la naturale capacità di un soggetto di passare da un focus all’altro, quando la situazione lo richiede ( shifting dell’attenzione) è schiacciata sotto una quantità di input che si susseguono a velocità
L’atto di prestare attenzione è molto interessante.
Se ci osserviamo nel momento in cui poniamo attenzione intensamente su qualcosa, ci rendiamo conto che in quell’istante non ci sono parole nella nostra testa. Appena sopraggiunge un pensiero, l’attenzione svanisce.
Tutto ciò ci fa pensare che “prestare attenzione” e “pensare” sono 2 attività spesso incompatibili: o l’una o l’altra.
Herbert Simon, economista, psicologo e informatico statunitense scriveva nel 1971
«Ciò di cui si nutrono le informazioni è abbastanza ovvio: l’attenzione dei loro destinatari; da questo deriva che l’abbondanza di informazioni provoca una povertà di attenzione»
Quindi + contenuti mentali – attenzione= stress
Quali sono i vantaggi della capacità attentiva ?
Vediamone alcuni :
- efficienza ed efficacia operativa: l’ attenzione stabile ci permette di dedicarci al 100% all’ attività che stiamo svolgendo e di entrare in stato di flow ( vedi esempio di prima del bambino con i Lego)
- migliora le nostre relazioni interpersonali. Quando siamo attenti, ci siamo, siamo presenti e la qualità della nostra relazione migliora sicuramente.
- attiva la contemplazione: non ha nulla a che fare con retaggi religiosi. La contemplazione apre le porte allo stupore, alla meraviglia e a quella parte ormai nascosta di ognuno di noi che ha a che fare con il nostro “ bambino interiore! Amplifica il nostro essere nel mondo e del mondo.
- impariamo ad osservare meglio noi stessi e, di conseguenza, gli altri.
- osserviamo le nostre emozioni, cosa ci dice il nostro corpo,quali sono i nostri pensieri.
La responsabilità per migliorare la capacità attentiva ricade (sempre) su noi.
Abbiamo visto che per generarla, dobbiamo pensarci e viverci come un unicum tra mente corpo ed emozioni.
Sappiamo che il legame fra loro è unico e indissolubile, ed esteso all’ambiente che ci circonda, fino ad arrivare al TUTTO.
Che il pensiero ha una sua capacità generativa. (di generatività ne abbiamo parlato qui e qui).
Sviluppare capacità attentiva significa sostenere e direzionare la nostra mente, attivando una parte determinante del processo messo in atto: la capacità/ volontà di fare focus, di ottenere, di imparare, di concentrarci.
Fare focus = mettere a fuoco = chiarire = portare luce in un punto.
La nostra luce è la nostra energia vitale.
Quello che ci rende vivi, che ci muove nello spazio, che ci eleva nello spirito, che ci fa uscire dal buio riconoscendolo, non negandolo. Accogliendolo ma separandocene perchè questa è la nostra funzione. Essere luminosi. Fare luce su.., dare luce a… Creare.
Le vie per l’allenamento sono diverse e rientrano in un approccio sistemico e consapevole che parte da noi per espandersi al nostro esterno.
Alla famiglia, gli affetti, il lavoro, l’azienda, l’ambiente.
L’ attenzione è virtù necessaria.
E’ con il supporto dell’attenzione che possiamo scegliere, eliminare, alleggerirci per poi arrivare all’essenziale.
Nel Mahabharata si racconta che un Maestro chiede al discepolo di tirare una freccia ad un uccello su un albero.
“Che cosa vedi?”
“Vedo l’albero, il ramo, l’uccello”, risponde il discepolo.
“Non tirare. Guarda meglio”, gli dice il Maestro.
“Che cosa vedi?”
“Vedo il ramo, vedo l’uccello”.
“Guarda meglio”, gli dice il Maestro.
“Vedo l’uccello”.
“Guarda bene”.
“Vedo l’occhio dell’uccello”.
“Adesso puoi tirare”.
Fare focus è consapevolezza nel direzionare lo sguardo.
E’ vedere e poi accettare chi, o cosa, lasciamo entrare nella nostra vita: paure, ansie, depressioni, crisi oppure opportunità, stimoli, nuove prospettive e stati evolutivi.
I 4 pillars del metodo Energyogant di myHARA offrono indicazioni e tecniche per migliorare la propria capacità attentiva:
MINDFULNESS – PRANAYAMA – ASANA
Nella sfera privata come il quella lavorativa i piani di consapevolezza si affrontano separatamente ma si vivono uniti.
La pratica è semplice, non necessariamente facile, ma sicuramente efficace al raggiungimento degli obiettivi che ognuno di noi si prefigge e funzionale all’ apprendimento personale.
- MINDFULNESS – Accettazione e non giudizio
E’ l’attitudine che si coltiva attraverso l’attenzione totale per arrivare alla mente meditativa. Una modalità di prestare attenzione, momento per momento, a ciò che succede senza farsene travolgere. Osservare, come in terza persona, senza sottrarre energia attenzionale al nostro scopo.
- PRANAYAMA – Controllo dell’energia
Letteralmente espansione del Prana ovvero della propria energia vitale. Il Pranayama concerne tutte le pratiche legate alla respirazione che insegnano a controllare il flusso energetico vitale . La pratica genera la connessione tra respiro, mente ed emozioni e ci rende consapevoli degli aspetti più sottili del nostro essere (livelli energetici).
- ASANA – Stabilità del corpo
Sono posture statiche, che ricordano elementi della natura, forme geometriche, o oggetti comuni. Si praticano per promuovere uno stato meditativo della mente, in cui l’attenzione totale si fa silente ed emerge la forza e l’energia sottile del corpo.
L’ottenimento dei risultati è un movimento, non un punto fisso su una linea temporale. Uno stato di equilibrio in divenire, che si perde e si ritrova.Quello che lo rende tale è la nostra volontà nel ricercarlo, non la sua manifestazione oggettiva.
Il risultato una volta raggiunto, con impegno, e celebrato, con gratitudine, si può accogliere come esperienza, e non come mero successo egoico, e come tale trasformarlo in nuova energia vitale a supporto del prossimo punto di focus.
Tutto senza sforzo.
“La suprema condotta e’ assenza di sforzo” Naropa
La capacità attentiva e la concentrazione emergono nella migliore espressione quando in noi vi è armonia tra la nostra energia maschile di determinazione e focus con la nostra energia femminile di accoglimento e visione, riconoscendo ciò che è e agendo in stato di flow.
ESERCIZIO N. 1
meditazione Trataka
Posiziona una candela di fronte a te, ad una distanza di 70-80 cm
Siediti in una posizione comoda con la schiena dritta e i piedi ben radicati a terra. Concentrati sul punto più luminoso della fiamma e comincia a fissarlo.
Quando te la senti, chiudi gli occhi e focalizza l’immagine che vedi: il riflesso della fiamma sulla retina.
Continua a concentrare il tuo sguardo e non lasciare che i pensieri esterni interferiscono con questo momento.
Quando l’immagine sparisce, aprì nuovamente gli occhi e fissa un’altra volta la fiamma.
Ripeti questo procedimento per circa 20-25 minuti.
Col tempo e con l’esperienza, la meditazione Trataka diventerà sempre più utile per liberare la tua mente, fare spazio tra i pensieri e migliorare la tua attenzione.
Esercizio n. 2 Tecnica del mandarino
Grazie a questa tecnica potrai:
- aumentare il tuo coordinamento (molto utile nella pratica sportiva);
- migliorare la tua memoria;
- trovare la concentrazione;
- aumentare la tua creatività.
- Immagina di stringere in mano un mandarino immaginario.
- Concentrati sui dettagli: immagina la consistenza del mandarino, il suo odore, il suo peso, la sua temperatura.
- Passa il mandarino da una mano all’altra, saggiandone ogni piccola sfumatura.
- Ora afferra il mandarino con la tua mano destra (la sinistra per i mancini!) e portalo a toccare la parte posteriore della tua testa. Lascia il mandarino in questa posizione: è un mandarino magico, non preoccuparti non cadrà.
- Chiudi gli occhi e lascia che il mandarino galleggi in equilibrio là dove lo hai lasciato. Concentrati sul tuo stato fisico e mentale. Probabilmente ti sentirai rilassato ma concentrato allo stesso tempo.
- Sempre con gli occhi chiusi immagina che il tuo campo visivo si espanda e riesca ad abbracciare tutto ciò che ti circonda.
ENERGYOGANT
Il metodo Energyogant concreto e misurabile, ha come intento il miglioramento e il sostegno dell’energia personale anche nei momenti di alto impatto lavorativo.
E’ suddiviso in 4 macro aree all’interno delle quali vengono forniti strumenti e feedback per sviluppare energia, creatività, concentrazione e vitalità nel singolo, migliorando il benessere organizzativo.
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