Loading
  • Il metodo

    La prima risorsa di diversità ed inclusione sei tu

    Prima parte

    Come riconoscere ed armonizzare la propria energia personale in azienda per essere unici, motivati e innovativi?

    Una ricerca del 2018 promossa da McKinsey evidenzia che quanto più è grande la diversità in azienda della forza lavoro, tanto più alti sono i profitti e le possibilità di generare valore. Solitamente per diversità si intende il genere, l’età, l’orientamento sessuale, l’etnia, la disabilità, il carico familiare, ecc.

    Meno frequentemente si pensa che la prima vera risorsa relativa a diversità ed inclusione in azienda riguardi proprio noi stessi con le nostre differenti parti, atte ad esprimere la nostra energia personale unica e differenziante come valore nel lavoro e nella vita.

    Tutto è energia?

    Se l’azienda si muovesse su due grandi forze, quella maschile e quella femminile? 

    Se ci fossero una parte femmina e una parte maschio in ogni situazione, oggetto, condizione che ci troviamo a vivere?

    Anche l’azienda, con la “A” maiuscola, e’ una chiara espressione ancora oggi di predominanza di energia maschile.

    L’ Azienda è un’energia aggressiva, competitiva, orientata al risultato.

    Eppure tutto…giorno e notte, bianco e nero, sinistra e destra, sole e luna, inspirazione ed espirazione, vita e morte, nascita e termine, ci parla di due energie contrapposte che si completano a formare l’unità del processo.

    Ognuna di queste parti è opposta all’altra e allo stesso tempo complementare. 

    Non può esistere l’una senza l’altra.

    Come può allora essere in equilibrio l’Azienda, se propende esclusivamente all’espressione di una delle due energie ?

    Di come sia difficile definire cosa sia l’energia, mentre sia piu’ facile dire cosa fa, l’abbiamo visto in questo articolo.

    Energia, dal greco ener-gheia = che è attivo, capacità di agire.

    In questo mondo tutto è energia: noi stessi siamo energia.

    I concetti di diversità ed inclusione, in ambito lavorativo, riguardano sia le persone che l’azienda stessa, se pensata come organismo vivente.

    Lavorare nel rispetto e nella valorizzazione della diversità ed inclusione di ognuno in azienda non significa focalizzarsi su donne e/o su uomini, ma su ognuno, al di là del gender, prestando ascolto alle proprie differenti espressioni energetiche per comprenderle ed includerle in una unicità creativa e differenziante.

    E’ interessante osservare che questo ragionamento vale sia per le singole persone che per l’anima/animus stessa dell’azienda.

    E’ tempo ormai di pensare all’azienda come organismo vivente dotato di mente, corpo ed emozioni.

    Noi non siamo capaci di comprendere l’altro/a perché abbiamo espulso l’altro/a che è in noi. 

    Lo stesso vale per l’Azienda che ha espulso l’altra che e’ in lei.

    C.G. Jung, già agli inizi del Novecento, ebbe la  prima fondamentale intuizione che la psiche umana presentasse componenti maschili (animus) e femminili (anima) in tutte le persone, a prescindere dal loro sesso, e che quindi ogni identità personale risultasse intrecciata psichicamente in termini soggettivi anche molto differenziati.

    In un saggio del 1931, dedicato alle età della vita, Jung aveva osservato il trasformarsi degli uomini, invecchiando, in senso femminile, e delle donne in senso virile.

    Egli vide in questo un esito osservabile del processo di integrazione fra Io e Sé che egli considerava il compito dell’esistenza individuale. 

    Come facciamo concretamente a riconoscere l’altro/a (diversità)  che è in noi?

    Ci sono diverse possibilità, ne cito alcune, in quanto approfondire ora ci porterebbe fuori tema:

    • legge di risonanza: entrare in contatto con il mondo che viviamo attraverso l’ascolto di ciò’ che in noi risuona, suscitato dal racconto delle esperienze e delle emozioni vissute da altre persone in una determinata situazione. Succede così che il nostro corpo e la nostra mente vibrano insieme come un diapason. 
    • la legge dello specchio: tutte le volte che un’altra persona suscita in noi una reazione, disagio, fastidio, la maggior parte delle volte, significa che conteniamo proprio quell’aspetto che chi ci sta difronte ( come uno specchio ) ci sta solo mostrando.
    • l’Ombra: esiste solo in presenza della luce. Siamo abituati ad identificarci più  facilmente, soprattutto in azienda, con cio’ che e’ visibile e con il ruolo che ricopriamo, ma osservare le nostre “ zone d’ombra”, le parti di noi più istintive che tendiamo a reprimere perchè condizionati da cultura, educazione, ambiente può essere un buon modo per riconoscere l’altro che e’ in noi. La mindfulness, per esempio,  e’ un ottimo modo per entrare in contatto con le nostre zone d’ombra lasciandole emergere senza giudizio.

    Così anche l’azienda, intesa come organismo vivente, urge che faccia appello a queste possibilità per riconoscere ed includere tutte le sue parti e crescere nella ricerca di valor

    Valorizzare la diversità e favorire l’inclusione è una questione di equilibrio. 

    6 agosto 1974. ore 7,15 a.m. Philippe Petit raggiunge il tetto della Torre Nord delle Twin Towers del World Trade Center di New York.

    Sale su un cavo di acciaio spesso poco meno di 3 centimetri, sospeso a 417,5 metri dal suolo per compiere la sua impresa più famosa e spettacolare: la traversata sul filo da una Torre all’altra.

    L’impresa dura 45 minuti, tempo in cui Philippe ripercorre il cavo (42,5 metri) otto volte avanti e indietro, con il solo aiuto di un’asta per l’equilibrio e del tutto privo di sistemi di sicurezza. Durante la performance non manca un saluto alle Torri e anche al pubblico, che si è formato nel mentre.

    In un’intervista a  Le Figaro disse: «Una traversata sul filo è una metafora della vita: c’è un inizio, una fine, un progresso, e se si fa un passo in un’altra direzione, si cade

    Philippe Petit è la manifestazione di equilibrio come integrazione ed armonizzazione  di tutte le diversi parti di Sé, della sua energia maschile e femminile sul cavo d’acciaio: forza e concentrazione, azione e creatività, movimento e staticità, paura e coraggio.

    L’equilibrio come ricerca continua e costante. L’equilibrio come movimento di forze, come concentrazione di energia maschile e femminile che diventa una, integrata e sinergica verso il risultato.

    Come sperimentiamo ogni giorno questa ricerca di equilibrio nella diversità ed inclusione delle nostre differenti espressioni  in azienda ?

    Quanto siamo consapevoli delle nostre energie maschili e femminili e dell’importanza del loro equilibrio nella ricerca del nostro benessere ?

    La ricerca dell’equilibrio fa parte della nostra vita e della vita delle nostre aziende. O almeno dovrebbe farne parte.

    L’azienda urge che osservi, riconosca ed accolga la propria energia maschile e femminile armonizzandole. ( Prima parte )

    ENERGYOGANT

    Il metodo Energyogant concreto e misurabile, ha come intento il miglioramento e il sostegno dell’energia personale anche nei momenti di alto impatto lavorativo.

    E’ suddiviso in 4 macro aree all’interno delle quali vengono forniti strumenti e feedback per sviluppare energia, creatività, concentrazione e vitalità nel singolo, migliorando il  benessere organizzativo.

  • You may also like

    No Comments

    Leave a Reply