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  • Il metodo

    Non violenza e benessere aziendale

    La comunicazione non violenta in azienda.

    Oggi parliamo di non violenza, il terzo degli otto principi vitali dell’azienda e di come incide sul benessere personale e aziendale.

    Alla base di ogni relazione c’è la comunicazione. 

    Il tono, i vocaboli, il tempo e il ritmo che scegliamo per scambiare opinioni, pareri, idee con gli altri, ne determina lo stile.

    Il significato di “comunicare” è proprio “mettere in comune“, ossia condividere pensieri, opinioni, esperienze, sensazioni e sentimenti riguardo ad un argomento.

    Il primo canale di comunicazione è il linguaggio che può essere verbale, paraverbale, cinestesico, ecc. 

    ll linguaggio e’ sempre uno strumento potente, che agisce sia dentro che fuori di noi.

    E’ composto da vibrazioni che vengono emesse in un  “campo” ed ha un potere reale in grado di influenzare  la realtà.

    I nostri pensieri creano la realtà in cui viviamo e si manifestano anche con la parola.

    Il nostro mondo interiore crea il nostro benessere personale e aziendale 

    Il nostro mondo interiore crea la realtà esteriore, per cui le esperienze che viviamo quotidianamente, le persone che attiriamo nella nostra vita, quelli che noi definiamo impropriamente “successi e fallimenti” derivano dalla mente inconscia. Il 95% delle nostre azioni sono dettate e guidate dal nostro inconscio.

    Hai presente un diapason? È un piccolo strumento costituito da un’asticella e da due rebbi. Viene usato nella pratica musicale per produrre la nota “La” e accordare gli strumenti. 

    Se viene percosso e viene posto accanto ad un altro diapason, trasmette ad esso il proprio moto oscillatorio ponendolo in vibrazione senza che quest’ultimo sia stato sfiorato. Questo fenomeno prende il nome di oscillazione simpatica o risonanza acustica e si verifica perché frequenze simili si attraggono.

    Qualcosa di simile avviene nella nostra realtà, i pensieri sono vibrazioni di una determinata frequenza e attirano eventi, episodi della stessa frequenza.

    Ecco quindi svelata la responsabilità che abbiamo dei nostri pensieri e delle nostre parole.

    La nostra comunicazione può essere efficace,ispirante,volgare, aggressiva, violenta.

    La CNV (comunicazione non verbale) è un modo di stabilire un collegamento empatico con se stessi e con gli altri.

    Quando la comunicazione e’ violenta, lo e’ prima di tutto con se stessi.

    Attenzione, non si tratta solo di una violenza urlata e/o esplicitata.

    Fatichiamo ad ammettere di essere persone violente, perché ciò si scontra con i nostri condizionamenti culturali e religiosi.

    Ma la prima grande consapevolezza e’ che spesso mettiamo in campo comportamenti e messaggi violenti nei confronti di noi stessi, quando non ci rispettiamo, quando non ascoltiamo il nostro corpo, quando mangiamo esageratamente, dormiamo poco, lavoriamo come stakanovisti senza riposo, quando non accogliamo le nostre fragilità, non diamo spazio alle nostre emozioni reagendo istintivamente, non ci riconosciamo nella nostra forza ed unicità: anche questa e’ una comunicazione violenta, sicuramente più “silente”, ma spesso molto radicata.

    Quante volte sei violento con te stesso nella tua quotidianità?

    Nella tradizione yogica si parla di AIMSHA = non violenza, come uno dei principi fondamentali. Il termine è una parola sanscrita che afferma il principio di non violenza in senso universale.

    Evitare di far del male ad ogni creatura è la vera sapienza, tutto il resto è ignoranza.

    BhagavadGita

    Ahimsa non è semplicemente non fare del male agli altri, a noi stessi e all’ambiente, NON è un principio passivo, ma è sviluppare un’ATTENZIONE AMOREVOLE verso ogni essere vivente. E’ essere attenti che le proprie azioni siano utili non solo a noi stessi, ma al resto del mondo.

    La violenza è una catena di azioni e reazioni che non hanno fine. 

    La non violenza è spezzare questa catena.

    Quindi più che uno strumento di comunicazione, la comunicazione non violenta diventa un’arte di vivere.

    Si mette al servizio di ciò che è vitalità  in ognuno di noi, mettendoci in contatto con un dinamismo naturale quotidiano, focalizzando l’attenzione sulle azioni che arricchiscono la nostra vita insieme a quella degli altri.

    La comunicazione non violenta incide sul benessere aziendale

    Esiste una relazione stretta tra pensiero, parola e azione.

    La parola è un suono generativo.

    Le religioni e le tradizioni riconoscono il suo potere creativo.

    Nella tradizione indiana è nota la potenza della frequenza vibratoria di ogni parola: i mantra sono strumenti “ energetici” per liberare la mente e potenziare consapevolezza e concentrazione assumendo un valore materializzante e di attrazione.

    Il mantra per eccellenza è il verbo OM, il capostipite di tutte le vibrazioni sonore che tutti noi conosciamo e da cui, come spiega Yogananda, deriva l’infinita potenzialità del suono. 

    Nel Vangelo di Giovanni (Giovanni 1:1) la parola è il primo atto della Creazione “ In principio era il Verbo…”

    Anche nelle favole le parole generano manifestazioni straordinarie: “Abracadabra” o “Apriti sesamo” hanno un valore riconosciuto dalla gran parte della popolazione mondiale.

    Le parole sono  vibrazioni di energia e creano malessere o benessere personale e aziendale: indifferentemente.

    Nel momento in cui parliamo, portiamo i nostri pensieri direttamente sul piano fisico, sotto forma di onde sonore, caricate dal nostro intento, che sta dietro ogni parola pronunciata. 

    Le onde sono frequenze che si connettono a quelle del mondo che ci circonda e plasmano anche chi le pronuncia.

    Scegliere le giuste parole affinché quanto comunicato, dalla voce e dal corpo, moduli l’ambiente e la relazione con l’altro è principio alla base della comunicazione non violenta.

    Allo stesso modo l’offesa o la reazione aggressiva che rivolgiamo all’altro diventa in realtà parte della nostra vibrazione e ci proietta in uno stato distonico.

    Esempio:quando qualcuno ti taglia la strada mentre stai guidando, la tua comunicazione verbale di rabbia esce dalla tua bocca, ma vibra anche all’interno della tua cassa toracica, nella tua bocca dello stomaco, nella tensione delle tue spalle.

    Allenarsi alla comunicazione non violenta genera benessere aziendale 

    È necessario abituarsi a prestare attenzione alla qualità dei suoni che pronunciamo e ai movimenti del nostro corpo, affinché si manifesti l’equilibrio tra pensiero, suono e intento creando l’energia positiva che rende generative le nostre parole.

    Occorre anche avere chiaro il proprio obiettivo, agire per ottenerlo nel rispetto degli altri, senza sensi di colpa o manifestazioni di sfiducia personale in caso in cui ci sia difficile o impossibile raggiungere ciò che si desidera.

    Come definiresti la tua comunicazione?

    Generalmente si identificano 3 stili di comunicazione: passivo, aggressivo e assertivo.

    Comunicazione passiva : la caratteristica principale di questa modalità è la difficoltà ad esprimere le proprie opinioni,o i propri sentimenti, ritenendo gli altri migliori di sé, e temendo il loro giudizio. 

    Comunicazione aggressiva : il comportamento aggressivo è invece tipico di quando si tenta di soddisfare unicamente i propri bisogni prevaricando gli altri. Chi ha uno stile aggressivo ritiene di essere sempre nel giusto.

    Comunicazione assertiva: chi utilizza questo tipo di comunicazione si esprime attraverso la capacità di utilizzare lo stile relazionale e la modalità di comunicazione più adeguati in base al contesto relazionale e all’obiettivo che si vuole raggiungere.

    All’interno della comunicazione assertiva, possiamo inserire la Comunicazione Non Violenta.

    Utilizzando uno stile di comunicazione assertivo non solo si aumenta l’efficacia delle proprie opinioni e azioni ma si diventa anche più indipendenti nel pensiero, nelle emozioni e nelle relazioni con l’altro.

    I passaggi interessanti sono :

    • imparare uno stile di linguaggio aperto e costruttivo: essere attori positivi e non solo reagenti nel contesto aziendale
    • assumere un atteggiamento empatico rispetto al mondo emotivo dell’altro ricordando che tutto è energia, e che noi vibriamo con l’ambiente che ci circonda, e l’ambiente fa lo stesso con noi.
    • rafforzare la fiducia in sé e nelle proprie idee per poterle comunicare apertamente, accogliendo quelle dell’altro senza scartarle a priori
    • farsi UNO armonizzando, grazie alla consapevolezza, la forma verbale (parola) e la forma non verbale (corpo)
    • affrontare le critiche e i conflitti in modo efficiente
    • avere chiaro il proprio intento e non permettere che flussi emotivi personali, toni aggressivi o intimidatori dell’altro, contesti sfavorevoli possano distoglierci dall’impegno nel raggiungerlo.

    La CNV inoltre ci invita a porre attenzione a 4 passaggi fondamentali per rendere la nostra comunicazione costruttiva e generativa di benessere aziendale.

    1. Osservazione:

    Descrivere in modo oggettivo, senza valutazioni, i fatti a cui ci riferiamo o a cui stiamo reagendo.

    1. Sentimenti:

    Riconoscere i nostri sentimenti, ciò che proviamo nel nostro corpo e nel nostro cuore in riferimento a quanto osservato.

    1. Bisogni:

    Esprimere i bisogni soddisfatti o insoddisfatti che hanno causato i nostri sentimenti.

    1. Richiesta:

    formulare una richiesta concreta, positiva, nel presente, che descriva le azioni che in quel momento scegliamo di intraprendere per soddisfare i bisogni umani presenti in noi in quel momento, in quel contesto, con quella persona, ecc…

    ESEMPIO

    Esprimi le tue osservazioni senza giudizi:

    QUANDO OSSERVO (VEDO, INTENDO)… che la tua scrivania e’ sempre piena di fogli, cartelle, penne.

    Esprimi come ti senti:

    IO MI SENTO (IO MI SONO SENTITO)… stanca e avvilita

    Esprimi i bisogni che hanno causato i tuoi sentimenti:

    PERCHÉ’ HO BISOGNO… di correttezza e di collaborazione per il mio tempo e le mie energie.

    Esprimi le tua richiesta concreta, positiva, nel presente:

    MI PIACEREBBE CHE/SARESTI D’ACCORDO… di raccogliere i tuoi fogli e di metterli al loro posto?

    La comunicazione NON verbale implica il potere del Sé

    Dobbiamo allenarci. Noi siamo abituati a reagire ed impegnarci a piegare l’altro, piuttosto che valorizzare e rinforzare le nostre idee.

    Siamo continuamente nello sforzo per raggiungere l’obiettivo velocemente e a tutti i costi senza mollare la presa.

    Produciamo pensieri che possono volgere a nostro favore il momento, dimenticandoci che facciamo parte di un organismo “vivente” più grande che ha regole fondate sul fluire armonico del TUTTO, nel lungo periodo. Non siamo abituati ad accettare il dissenso. Per lo più avanziamo, attingendo anche a comportamenti e manifestazioni violente, pur di difenderci.

    Dovremo ricordarci invece che il pensiero offensivo, espresso in parola o gesto, che rivolgiamo all’altro vibra anche in noi. 

    Perchè se TUTTO è UNO , l’altro sono io.

    E’ necessario quindi acquisire, o solo riappropriarsi di nuovi/ diversi poteri, che si discostano da quanto applicato quotidianamente nella maggioranza dei sistemi relazionali: 

    • Il potere di lasciare andare, abbandonare lo sforzo e fluire con il sistema, del quale facciamo parte.
    • Il potere di accogliere le opinioni positive e le critiche dell’altro
    • Il potere di non reagire dando valore alla questione in modo oggettivo, e non personale.
    • Il potere di esprimersi e muoversi nello spazio generando energie positive per il contesto, e non solo per se stessi.
    • Il potere di riconoscere la validità dell’idea dell’altro mantenendo fisso il focus sulla propria.

    Si tratta sempre di potere, ma e’ un potere vibrante, inclusivo e generativo di benessere personale e aziendale

    Nelle dinamiche sociali e d’azienda le somiglianze, e le differenze legittime, interagiscono per costruire un equilibrio etico per la società e per supportare uno sviluppo differenziato dei legami sociali: il nostro stile di relazione e comunicazione nutre questo equilibrio.

    Partiamo da noi stessi, nutriamoci di coraggio, fiducia e rispetto per noi e per gli altri.

    Assumiamoci la responsabilità di chi siamo.

    Riscopriamo il nostro valore, in modo semplice ed onesto senza sovrastrutture determinate da aspettative o ricatti imposti e condividiamolo per il benessere aziendale e del nostro pianeta.

    Facciamoci portatori di questo nutrimento, così che le nostre parole e azioni si amplificano nell’ambiente!

    ESERCIZIO 1:

    Elenca 5 forme di violenza che manifesti nei confronti di te stesso.

    A fianco a tale elenco scrivi 5 azioni all’opposto che puoi mettere in campo per iniziare a praticare la non violenza nei confronti di te stesso.

    Esempio:

     Non sono mai contento dei miei risultati. 

    Riconosci un tuo risultato raggiunto (valgono anche piccole cose) e scriviti un pensiero di apprezzamento. 

    —–

    ENERGYOGANT

    Il metodo Energyogant concreto e misurabile, ha come intento il miglioramento e il sostegno dell’energia personale anche nei momenti di alto impatto lavorativo.

    E’ suddiviso in 4 macro aree all’interno delle quali vengono forniti strumenti e feedback per sviluppare energia, creatività, concentrazione e vitalità nel singolo, migliorando il  benessere organizzativo.

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