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  • Il metodo

    La complessità in azienda è la nostra complessità?

    Tutto dovrebbe essere reso il più semplice possibile, ma non troppo semplice

    Albert Einstein

    Desideravo da qualche tempo riprendere a scrivere, perchè per me scrivere è sviluppare la mente attentiva, fare focusing, è una forma meditativa.

    Scrivere mi permette di fermare, di fare spazio e, quando ci riesco, nel silenzio della mente, mi arriva chiarezza e intuizione. Lo stesso mi succede ogni mattina alle 6 quando pratico yoga e faccio focusing sui messaggi del corpo e l’ascolto del respiro.

    Complesso questo ritmo, ma non complicato.

    Vi ricordate, per chi è un pò baby boomers come me, la canzone di Jannacci?

    Chi ha perso il ritmo si deve ritirare

    non c’è più posto per chi sa far da solo,

    due note e un si bemolle fuori luogo

    Vietato di fermarsi anche a respirare

    che qui la base continua a girare,

    chi non sa stare a tempo, prego andare.

    Perchè… perchè… perchè..

    Perchè ci vuole orecchio…Per fare certe cose

    ci vuole orecchio!

    Come spesso succede la stessa canzone, ascoltata in momenti diversi, ci richiama significati differenti.  Ci vuole orecchio per sentire e per sentirci.

    L’ascolto e la complessità in azienda e dentro di  noi

    Senza ora entrare in argomenti che mi porterebbero lontano dall ‘obiettivo di questo testo, mi limito a sottolinerare che un sistema o fenomeno si può  (manca ancora una definizione così detta “scientifica”…) definire complesso, quando compaiono le seguenti caratteristiche:

    1)  l’Emersione di caratteristiche e comportamenti non prevedibili a partire dalla conoscenza degli elementi del sistema stesso.

    2)  la Sensibilità estrema a qualsiasi “battito d’ali di farfalla” che ne modifichi impercettibilmente un qualche elemento, una qualche condizione iniziale, con conseguente evoluzione radicalmente diversa. 

    3)  l’Auto-organizzazione con lo sviluppo di strutture nuove (imprevedibili?) capaci di adattare il sistema a nuove situazioni e informazioni, ossia di imparare. 

    Ecco perché NON SONO complessi, ma al più “complicati”, “articolati”, sistemi apparentemente complessi, quali:

    • il motore di una Ferrari;
    • un aereo transoceanico;
    • un’azienda molto grande con una struttura esclusivamente gerarchica (“prussiana”…)

    in quanto prevedibili non sono  in grado di adattarsi ai cambiamenti ambientali, fisici, economici di mercato, ecc…

    Nella complessità in azienda e dentro di noi  la causalità non è lineare, non si sottopone alle leggi del riduzionismo scientifico e implica una reale interdisciplinarietà.

    Non siamo forse così anche noi, tra la nostra biografia e la nostra biologia?

    E’ la nostra biologia che determina la nostra biografia o viceversa?

    Nasciamo sani in un contesto di desiderio con 2 genitori che si amano, nasciamo sani in una contesto di difficoltà con 2 genitori in conflitto…La biografia  istante per istante

    si scrive nella biologia delle onde energetiche in noi. La biografia viene costantemente danzata nel corpo da molecole, cellule tessuti ed organi. In un sistema complesso ci dicono le neuroscienze, l’evoluzione è caotica,cioè «imprevedibile»perché intervengono variabili aleatorie la cui azione non è definibile a priori.

    Non sono così anche le nostre emozioni ?

    Le emozioni sono un campo complesso, multisfaccettato:

    • Sono collegate alla nostra psiche
    • Hanno un carattere fisico, fisiologico e neuroanatomico
    • Sono anche programmi istintivi, un ponte tra la nostra mente e il nostro corpo… di nuovo come abbiamo accennato prima, tra   biologia e biografia

    Ma come si fa a dialogare con le emozioni? Si può? Su un piano cognitivo?

    La  complessità in azienda e dentro di noi  implica avere linguaggi diversi e un ascolto attivo per osservare, riconoscere ed integrare ciò che ci sta succedendo a livello fisico, emotivo, mentale e coscienziale.Per entrare in dialogo con le nostre emozioni abbiamo bisogno di utilizzare un linguaggio adatto al nostro cervello limbico, per cui immagini, parole narrative, evocative, profumi e sensi.

    Hai mai ascoltato il battito del cuore ?

    Facciamo un piccolo esercizio:

    Mettiti in una posizione comoda, occhi chiusi e porta per qualche istante l’attenzione al tuo respiro, rendendolo sempre più calmo, lento e profondo. Prenditi un pò di tempo per sostare in questo spazio. Ora prova a lasciare vagare dentro di te queste domande:

    • Come sta il tuo cuore in questo momento?
    • E’ aperto, è ampio, spazioso, stretto, presente, raggomitolato, chiuso, vagamente presente?
    • E’ collegato a tutto ciò che c’e’ intorno ? Lo sente il “ filo” che c’e’ intorno ?
    • E’ abbastanza libero da definirsi un “cuore con le ali”?
    • Che immagini affiorano? Ci sono colori? suoni?

    Attraverso le risposte che possono affiorare  dentro di noi, entriamo in contatto con quello che c’e’:

    la via naturale  che ogni essere umano cammina.

    Da diversi anni presso l’HeartMath Institute a Boulder Creek,in Californa scienziati e yogi da anni danno vita a progetti di ricerca innovativi e rigorosi affermando ormai con rigore scientifico che Il cuore ha un piccolo cervello con 40.000 cellule cerebrali!…molte meno che nel cervello,ma più che sufficienti a dare vita ad una vera “intelligenza del cuore

    Mentre batte questo nostro cuore produce energia (ECG) Il cuore ha un campo energetico più ampio e potente di tutti quelli generati da qualsiasi altro organo del corpo, compreso il cervello all’interno del cranio. Il campo elettrico del cuore, misurato dall’ ECG è 60 volte più grande in ampiezzadi quello generato dalle onde cerebrali, misurate da un EEG.Dunque il cuore ha un’energia, il cervello ha un’energia …Tutti gli organi hanno una loro propria energia connessa alle emozioni…secondo la medicina cinese ed anche ippocratica.

    Energia, emozioni ed organi sono strettamente collegati

    I nostri pensieri ed emozioni influenzano il campo magnetico del cuore, che influenza energeticamente quello del nostro ambiente, indipendentemente dal fatto che ne siamo consapevoli.

    il campo, la dimensione in cui stiamo vivendo ci sta parlando.

    Ricapitolazione e complessità in azienda e dentro di noi

    La complessità che stiamo vivendo in azienda e dentro di noi e l’incertezza del cambiamento sono un’opportunità per ricapitolare la nostra storia personale. Ricapitolare non ha nulla a che fare con il ricordare.

    Ricapitolare significa alleggerire il carico energetico che condiziona la nostra vita.

    Significa nella complessità recuperare l’unità. Non solo con noi stessi, ma con la vita, la natura dalla quale siamo profondamente lontani. Spesso ci consideriamo come se noi fossimo altro e non la natura stessa.

    La ricapitolazione attiva l’osservazione di noi stessi, riconoscendoci come esseri liberi, inseriti in una contesto dove sperimentare la possibilità di sentirci.

    Gli obiettivi della ricapitolazione sono:

    Allenarci all’arte del distacco: rendere quello che ci tocca personalmente, impersonale. Significa riconoscerci altro da quello che ci succede e disidentificarci dai nostri pensieri, emozioni e attaccamenti.

    Il grande beneficio di tutto ciò non è entrare in un approccio introspettivo di tipo psicoanalitico, ma liberare energia intrappolata. Non ci interessa conoscere le cause, bensì allenarci  ad accomiatarci da quello che è doloroso e da quello che ci rende felici. Resteranno vivi i ricordi, ma resteranno puri perchè scevri della densità energetica che gli abbiamo attribuito.

    Come mai mi succedono sempre le stesse cose ? Come mai continuo a litigare con il mio capo, collega ecc? Perchè li tratteniamo energeticamente.

    Le situazioni si ripetono perchè si specchiano in ciò che è già la percezione che noi abbiamo di loro.

    Così vale anche per le persone.

    Esercizio:

    Domattina quando ti svegli e vai in bagno, mettiti davanti allo specchio e prova a farti dei complimenti: Oggi sono strepitosa/o, sono bello e solare, ho dei begli occhi, che bel sorriso che ho, sono proprio in gamba, sono attento e sensibile con gli altri…prova ad andare nel mondo con questa energia e osserva cosa succede. (vale ovviamente anche il contrario)

    Questa complessità che viviamo in azienda e che ora abbiamo meglio compreso come ci appartenga, e non sia  oggetto esterno a noi,  proviamo a “giocarci” insieme, da un altro punto di vista:

    • E se il mondo fosse quello che ho creato con i miei pensieri, le mie emozioni, le mie credenze, opere e fatti?
    • Come lo posso percepire perchè sia funzionale al mio star bene?

    Pertanto ricapitoliamo tutti i giorni!

    Non lasciamo sospesi! Come diceva Lella Costa, durante un suo spettacolo, evitiamo di avere “cumulini“ sul comodino.

    Tutte le sere attualizziamo le nostre emozioni con un momento in cui possiamo ripercorrere a ritroso tutta la giornata, per lasciare andare appesantimenti energetici. 

    Ci sono moltissime tecniche che favoriscono questa attitudine che, se allenata, diventa una nuova, buona,sana abitudine che ci predispone ad un buon sonno e …noterete la differenza anche al risveglio.

    Se sei interessato a questi temi puoi contattarci e saremo felici di poterti accompagnare nello sviluppo del benessere organizzativo e dello sviluppo umano in azienda, attraverso il metodo Energyogant di myHARA, concreto e misurabile.

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