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  • Il metodo

    La leadership inclusiva abbraccia tutte le forme di intelligenza

    Come la leadership inclusiva  aumenta profitto e benessere in azienda

    In un momento storico come questo, dovuto a scenari pandemici, economici spesso incontrollabili, quella che i leader stanno vivendo nelle organizzazioni è una delle sfide più grandi di sempre: far sì che le persone, pur essendo delocalizzate, lavorando a distanza e spesso in preda ad emozioni di ansia, possano sentirsi comunque unite e motivate.

    Si inizia a ripensare ad un nuovo modello di leadership all’interno delle organizzazioni che è una leadership legata all’essere creatori di senso.

    Oggi trovare il senso da parte del leader vuol dire, nonostante tutti i cambiamenti, rispondere ad alcune significative domande: Come devo vivere? Qual è il valore del mio lavoro e dell’organizzazione presso cui lavoro? Come azienda, che contributo possiamo dare alla società? In cosa facciamo la differenza? 

    Cosa si intende per senso? 

    Il senso ha a che fare con la DIREZIONE (proprio come un cartello stradale ci indica la strada) e il SIGNIFICATO di ciò che facciamo. Se conosco il significato riesco a convogliare tutte le mie energie in ciò che faccio. Nota la differenza tra vagabondo e pellegrino: ha a che fare con il significato.Il vagabondo gira senza meta, il pellegrino ha una meta.

    Ma chi è un leader oggi?

    Il leader è colui che guida, guarda avanti, sa ascoltare e comunicare con tutti coloro che lo seguono ed anche con chi non lo segue, ma potrebbe seguirlo più avanti, qualcuno che vede prima la possibilità di cambiare, in senso positivo.

    Si può essere leader nel proprio gruppo familiare, con amici e in azienda, piccola o grande che sia.

    Formare un leader oggi significa fornire un’educazione intellettuale, associata ad una parte etica ed emotiva.

    Come dice Don Bosco l’educazione è un’azione di cuore.

    Quindi l’istruzione intellettuale deve essere affiancata ad un’educazione emotiva, capacità di ascolto, rispetto verso l’altro, empatia, flessibilità per interagire con tutti, capacità di vedere il cambiamento che arriva e saperlo trasformare, praticare valori come la gratitudine, la contemplazione e la gentilezza.

    Ogni potere deve essere sempre controbilanciato dalla responsabilità.

    Il leader oggi deve integrare, includere tutte le parti di Sé maschile e femminile. Valori come la gratitudine, la gentilezza ecc. sono per lo più legati all’energia femminile. A differenza delle caratteristiche di profitto, determinazione e competitività,  tipici della leadership tradizionale, maschile.

    Il leader oggi deve superare l’ego.

    Il leader oggi deve spingere gli altri al senso del “noi”.

    La leadership inclusiva è un cambio di paradigma

    La leadership di senso o inclusiva si sposta da una precedente visione up down ad una espressione più trasversale e per fare questo passaggio è indispensabile:

    • attingere a nuovi accordi
    • decidere per assenso
    • celebrare 
    • agire
    • dare feedback 

    Il nuovo concetto di leadership risponde a “è abbastanza buono e abbastanza sicuro per provare e lascia spazio al margine d’errore“.

    Non risponde all’idea di perfezione che, peraltro non esiste e ha sempre creato competitività e frustrazione.

    La nuova leadership deve tenere conto che ognuno è una scintilla “divina” ed ognuno è stato ferito. E’ così.

    L’obiettivo della nuova leadership deve tutelare l’equivalenza e l’equanimità. Tutti sono coinvolti.

    Una leadership di senso coinvolge un lavoro di crescita personale. Cambiare dentro per manifestare fuori.

    Significa lavorare con il giudizio. Il primo giudice interiore siamo noi stessi. Il giudizio è una reazione automatica della mente.

    Non possiamo spegnere la mente. Possiamo però osservare lo spazio tra un pensiero e l’altro e nutrirci di quello spazio, perché lì avvengono le migliori intuizioni e chiarezze.

    Abbiamo detto cambiare dentro per manifestare fuori: la gratitudine è la benzina per creare la manifestazione.

    Coltivare la gratitudine e trasformare il giudizio sono 2 aspetti fondamentali per la leadership inclusiva

    E’ necessario trasformare il giudizio in ascolto, rispettare il cammino di ognuno, portare la propria passione e la propria luce.

    Il nostro mondo è palesemente in una crisi di leadership resa manifesta – pienamente e senza eccezioni in tutto il mondo – dal collasso sanitario e sistemico scatenato dal virus COVID19 e dalla conseguente pandemia che ci affligge da qualche mese.
    Le sfide che già stavamo affrontando – il cambiamento climatico, i sempre più frequenti e terribili disastri naturali, l’esaurimento delle risorse, le costanti emergenze sanitarie nei paesi in via di sviluppo, le crisi etiche nelle aziende di tutto il mondo, il sovraffaticamento e burnout dei lavoratori nei paesi sviluppati – dipingono un quadro cupo.
    Aggravato, in moltissimi casi, da una implacabile spinta alla redditività a breve termine, da programmi sociali che si basano sulla crescita continua per garantirne il finanziamento, dal potere – ancora in espansione – delle grandi corporation. Oggi è difficile azzardarsi a ‘prevedere’ un futuro, ma tutti stiamo, ciascuno a suo modo, provando a immaginare, la ripresa nella direzione di una maggiore sostenibilità e un maggiore benessere del pianeta.

    La leadership inclusiva prevede persone – e leader – che possano accedere al meglio di ciò che sono per mettersi/o continuare ad essere al servizio degli altri e creare un cambiamento positivo e duraturo.

    Cosa intendiamo qui per leadership?

    Non è solo l’abilità di guidare, ispirare, influenzare qualcuno, ma è colui che scegli di fare un cammino di crescita personale.

    Siamo sicuri che la leadership inclusiva riguardi solo i “capi”? 

    Direi di no. Tutti noi, per prima cosa, ogni giorno, ‘guidiamo’ noi stessi, diamo una direzione al nostro agire.

    Ciascuno poi, all’interno del proprio contesto sociale, influenza in qualche modo la vita degli altri, nel privato, nel lavoro in maniera consapevole o inconsapevole.

    Quindi a tutti è richiesto di avere leadership, di mettere in campo la propria capacità di guidare altri, sia questo per un giorno, per un anno, per tutta la vita.
    Essere il proprio leader significa cercare di assumersi la piena responsabilità di se stessi, della propria motivazione, della salute, della felicità, dello sviluppo e degli sforzi per ispirare e motivare se stessi (e gli altri) a raggiungere un obiettivo o uno stile di vita dotato di senso.

    La figura dei leader sta evolvendo dall’essere l'”eroe” posto su un piedistallo, all’imparare ad essere anche “ospite” creatore di contesti in cui sia possibile facilitare lo sviluppo della self-leadership nelle altre persone.

    Ecco che il nuovo paradigma di leadership implica un ‘movimento autentico del Sé inside-out’ (da dentro a fuori di noi) integrando e valorizzando le proprie parti maschili e femminili di ognuno e concependola più armonica e completa.

    La leadership di senso risponde alla domanda: «Qual è il mio contributo al Mondo?».

    Presupposto indispensabile per esercitare una leadership di senso, sia verso se stessi che verso gli altri, è sviluppare la percezione e la conoscenza e di sé e curare il proprio sviluppo in un’ottica sistemica. L’individuo va considerato, quindi, nella sua completezza, come risultato di una integrazione di tutte le dimensioni – mentale, emotiva, fisica – che, riguardando l’intero Essere. 

    Le competenze fondamentali della leadership inclusiva

    Apprendere la leadership inclusiva  significa includere ed integrare a tre competenze fondamentali:
    1) ‘presenza autentica (mente). La presenza autentica può essere coltivata attraverso diverse pratiche contemplative, come ad esempio la meditazione, lo yoga o il movimento, che aiutano ad allenare la mente e ad accedere alla propria esperienza peculiare e unica.
    2) relazione autentica (cuore). La relazione autentica si attiva attraverso il dialogo, l’ascolto attivo, le pratiche sistemiche di risoluzione 

    3) azione autentica (corpo). L’azione efficace consiste nel guidare il cambiamento e nel saper mobilitare, dall’interno, le risorse per riuscire, per ‘farcela’. E’ l’azione forte e radicata, perché fondata, maturata, nelle prime due che la rendono possibile.

    Coltivare la propria leadership di senso è oggi una pratica e necessita di disciplina, esercizio costante e consapevole teso al miglioramento continuo, al superamento quotidiano di un limite, all’evoluzione del proprio Sé. 

    La leadership inclusiva o di senso è anche etica. Ovvero è necessario che ciascuno – soprattutto quando si trovi a guidare anche altri – non solo curi i propri interessi e quelli della propria organizzazione ma si ‘prenda cura’ del Bene comune.

    I leader etici promuovono la cultura etica e favoriscono la crescita delle organizzazioni e delle comunità, offrono buone risposte ai bisogni reali della società, hanno la capacità di affrontare i problemi prima che diventino disastri e, di conseguenza, risultano anche competitivi rispetto ai rivali, facendo da traino e da esempio per gli altri.
    I leader virtuosi praticano, quelle che Hackett e Wang2 hanno definito come le sei virtù fondamentali estrapolandole da una gamma di 54 virtù confuciane e aristoteliche. Queste sono: il coraggio, la temperanza, la giustizia, la prudenza, l’umanità e la sincerità.
    Nella loro pratica i leader etici trovano la propria felicità, la propria soddisfazione e anche l’efficacia del proprio agire.
    – Il coraggio è la capacità di agire in modi che superano l’opportunità costituita dal momento per capitalizzare il potenziale e l’impatto della visione sistemica a lungo termine. Il coraggio è la capacità di agire in un modo che serve il bene superiore, quando c’è un’immensa pressione a servire sè stessi e la ‘bottom line’. Il coraggio ha a che fare con cor-agire, azione del cuore.
    – La temperanza è il potere di controllare sè stessi in modi che portano a risultati morali e benefici per tutti.
    – La giustizia è la capacità di agire in modo equo, di ascoltare e difendere coloro che sono spesso indifesi, o in uno stato di difficoltà. La giustizia è la capacità di usare il potere personale e quello derivante dalla posizione ricoperta in modi che mirano a realizzare il bene comune piuttosto che un guadagno egoistico. “Il mondo è il mio regno e non c’è nulla che ne resti fuori” diceva Draco Daatson
    – La prudenza è la capacità di far leva sulla saggezza per scegliere non solo il buono per le persone, il pianeta e l’economia, ma anche il meglio.
    – L‘umanità è la capacità di esercitare il principio africano ‘Ubuntu’. Ubuntu significa semplicemente che “io sono in virtù di molti”. È ospitalità reciproca e non solo. Ubuntu, o umanità, suggerisce che «quando tu vinci, io vinco, e quando tu fai del male, io faccio del male».
    – La sincerità è la capacità di agire in modo autentico, di parlare onestamente e di sforzarsi di sostenere e fare il bene, anche quando queste azioni possono essere impopolari o difficili.


    Socrate ha detto: «La vita non esaminata non è degna di essere vissuta per un essere umano». Nei tempi di grande incertezza e ambiguità che stiamo attraversando è necessario, da parte di tutti coloro che si occupano dell’apprendimento della leadership, anche saper creare il giusto spazio per consentire alle persone di trascorrere più tempo nella riflessione e nell’autosviluppo e saper difendere un tale spazio dagli attacchi quotidiani della velocità e dell’urgenza.

    “Se hai un problema grosso vuol dire che tu sei piccolo, non sei sufficientemente ampio da contenere il problema. Se davvero vuoi cambiare concentrati sulla dimensione tua, non sulla dimensione del problema” Salvatore Brizzi.

    La leadership inclusiva  non è un optional.

    Quando si attraversa un mare in tempesta la leadership di senso ci garantisce l’entrata in porto.

    La leadership di senso deve essere creata, generata, nutrita.

    E’ stata fatta una ricerca in Google quasi 200 team: Qual’era il fattore più importante che determinava il successo della produttività? Al di là della performance individuale, ciò che ha fatto la differenza sono state 2 cose: la fiducia e la gentilezza. I team che avevano sviluppato più fiducia e gentilezza hanno prodotto di più in azienda.

    Questo perché è significativo? Perché per la prima volta possiamo invertire un paradigma e mettere i valori al servizio del numero e fare esattamente il contrario e mettere il numero al servizio dei valori.

    Il leader gentile quindi crea più successo, crea più salute, più benessere, più inclusività. 

    Padre Brescianini, monaco benedettino camaldolese che ha scelto di diffondere la sua spiritualità attraverso il coaching, definisce la leadership di senso attraverso 4 aree fondamentali:

    • Prendersi Cura
    • Educare
    • Bene comune
    • Visione

    Ora ti invito a fare un esercizio:

    Prova a prendere carta e penna e scrivere una descrizione di:

    • Cosa significa per me prendersi cura?
    • Cosa significa per me educare?
    • Cosa significa per me bene comune?
    • Cosa significa per me visione?

    Poi ad ogni area, associa un simbolo/ disegno simbolico

    La leadership inclusiva  è una necessità evolutiva. Non si tratta di una rivoluzione, ma di un’evoluzione.

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