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  • Il metodo

    L’ufficio uccide o sostiene la creatività personale?

    L’individuo creativo è un individuo che possiede un’insolita combinazione di qualità opposte…E’ la tensione fra questi opposti e il bisogno di risolverla che forniscono la forza motivante della creazioneAntony Storr

    Cos’è la  “creatività personale”? 

    E’ la manifestazione concreta di una tensione intrinseca fra opposti, che abbiamo in dotazione dalla nascita. Dal momento in cui nasciamo ci separiamo da noi stessi. Prima eravamo un tutto unico. Nascendo abbiamo preso un corpo fisico e ci siamo immersi nel mondo della dualità: ci separiamo fisicamente  da chi ci ha generato, il nostro respiro è fatto da un inspiro ed un espiro, il nostro sistema nervoso è diviso in simpatico e parasimpatico, abbiamo un emisfero destro ed uno sinistro, entriamo in contatto con la vita e passiamo dal buio alla luce, dal caldo al freddo.

    Questa è l’esperienza di separazione che viviamo dal momento del parto. L’esperienza che facciamo in questa vita terrena, che tu sia religioso o no, è un viaggio a ritroso, per tornare, lasciando il corpo fisico, alla nostra unità. Questo percorso a ritroso di integrazione fra opposti è lungo e travagliato ed è caratterizzato da un’alternanza di flussi e riflussi ciclici. Il dualismo tra il nostro Sè  e la nostra personalità prima di essere superato, deve essere utilizzato. Quindi questa tensione è “fisiologica” perchè rende gli opposti necessari l’uno all’altro.

    Come facciamo questo viaggio e come integriamo e manifestiamo  la nostra tensione è la nostra unicità. Questa espressione è la nostra creatività personale. Ecco perchè appartiene a tutti.

    Ci è data in dotazione, non possiamo esimerci. 

    Non esiste la persona creativa, esiste la persona geniale, ma  creativi lo siamo tutti dal momento che,spinti dalla nostra tensione interna, aneliamo all’ integrità e unicità, al nostro Sè superiore.

    La creatività personale ci permette di  manifestare concretamente il senso della nostra esistenza.

    Quindi la creatività è strettamente collegata al senso, non a doti particolari.

    La Creatività  personale in 2 modalità

    Anche  se solitamente attribuiamo la creatività all’ artista, all’uomo di talento, a colui che produce opere eccelse nell’arte e nella musica, che sa scoprire nuove teorie nel campo della scienza… pensiamo che la creatività sia un privilegio, a cui pochi possono aspirare perchè implica talento, genialità, intuizione, inventiva…

    Di fatto questo è solo un aspetto della creatività che si manifesta in maniera unilaterale incanalandosi in una particolare direzione e si esprime  a seconda delle tendenze, capacità e grado di talento che l’individuo possiede in un campo specifico (arte, scienza, musica, psicologia, ecc.) 

    Angela Maria La Sala Batà, allieva e collaboratrice per vari anni dI Roberto Assaggioli  ideatore della Psicosintesi. la definisce “creatività specifica”. 

    Ma la tensione tra opposti,che anima tutti noi e che può variare per intensità, ha a che fare con la creatività personale, più generica e diffusa. Essa non è connessa con il genio o con una particolare talento, poichè rappresenta una potenzialità innata in ogni individuo, che può essere evocata, coltivata ed espressa. (creatività primaria)

    La creatività personale primaria è collegata alla capacità di essere Se stessi, di saper esprimere le proprie potenzialità, le proprie risorse genuine ed innate, la propria energia con spontaneità e libertà.

    La creatività specifica non sempre si accompagna alla salute psichica, spesso coesiste con disturbi psicologici e sintomi nevrotici.  Addirittura alcuni studiosi hanno definito il temperamento dei grandi geni di tipo “schizoide”, cioè restano nella personalità divisa e scissa e non riescono a manifestare armonia ed integrità. ( es. Newton, Schopenauer, Van Gogh, Byron ecc)

    Al contrario invece, la creatività personale primaria favorisce la salute psichica, il benessere e tende all’armonizzazione di tutte le funzioni psicologiche, facendo emergere un senso di unità, di sintesi interna che proviene dalla propria forza interiore salda ed unica.

    • Che relazione hai con la tua creatività personale primaria ?
    • Quali sono le cose che fai bene senza che nessuno te le abbia insegnate?

    Clark Moustakas, psicologo americano e uno dei massimi esperti di psicologia umanistica e clinica, descrive così l’unicità dell’uomo:

    ogni aspetto dell’universo, ogni uomo, donna, bambino, contiene una sua identità particolare,una sua forma unica, una sua esistenza speciale. Ogni aspetto della natura e della vita contiene una scintilla di originalità che consegue e mantiene vitale unità e stabile coerenza di forma mediante la relazione con altre entità e forme

    il conformismo, i condizionamenti che ci livellano, che ci rendono tutti simili e costretti a seguire delle direzioni  e scelte collettive, sono nemici della nostra creatività perchè soffocano ed occultano la nostra identità.

    Così facendo volgiamo  le spalle a noi stessi e perdiamo moltissimo perchè in tale profondità c’e’ la fonte della gioia, della capacità di giocare e di essere creativi.

    Questo soffocamento della nostra identità può avere inizio nella primissima infanzia…ed è la nostra segreta morte psichica che può portare all’alienazione totale da se stessi e quindi, nei casi più gravi ad una nevrosi, oppure a rimanere un conformista incallito.

    Secondo Mouskas “ il conformista non usa le proprie risorse ed esperienze, ma assume la sua direzione basandosi su figure esperte e autorevoli. Lungo la sua strada in qualche punto egli ha abbandonato la sua identità effettiva e si è immerso in accettabili modi di gruppi. Respinto dagli altri come un Sè unico egli è giunto a respingere se stesso.”

    Sembrerebbe quindi che l’autorealizzazione  e la conseguente creatività siano incompatibili con l’adattamento sociale e ancor di più con quello aziendale.

    • Quindi si può essere creativi in azienda?

    La risposta è si! perchè l’adattamento sociale e l’autorealizzazione rappresentano ambedue delle esigenze innate dell’uomo, fanno parte di quella tensione di cui parlavamo all’inizio, e quindi possiamo conciliarle e proprio qui si gioca la partita della nostra creatività.

    Non esiste l’ufficio che uccide la creatività personale

    Sempre Angela Maria La Sala Batà ci parla di 3 tipi di adattamento sociale:

    1. l’adattamento passivo
    2. lo pseudo adattamento o compromesso
    3. l’adattamento creativo
    • Il primo è la completa perdita della propria identità sotto l’influenza pressante della società
    • il secondo è il compromesso, la formazione di una maschera, “persona”, come la chiama Jung,  che all’inizio è una forma consapevole  di adattamento sociale, per potersi inserire nella società e per poter avere rapporti armonici con gli altri ma che a poco a poco diventa un automatismo inconscio che ci condiziona e ci impedisce di essere noi stessi, creando un io fittizio, una falsa personalità con la quale ci identifichiamo
    • Il terzo tipo di adattamento, quello creativo, rappresenta la capacità di trasformare ogni situazione, ogni rapporto in un’occasione particolare che ci consente di esprimere le nostre capacità latenti. 

    Ogni rapporto, ogni situazione diviene così un’esperienza creativa, perchè fa emergere da noi stessi nuove qualità e capacità. Noi possediamo nel profondo di noi stessi, insospettabili possibilità.

    Abbiamo una ricchezza inimmaginabile di energie, facoltà, e qualità alle quali poter attingere.

    Quando sappiamo attuare l’adattamento creativo abbiamo un  forte senso di  identità, restiamo centrati e fedeli a noi stessi nelle varie situazioni. 

    Nei contatti con gli altri non perdiamo noi stessi ma esprimiamo noi stessi.

    Quindi la creatività primaria è strettamente connessa all’autenticità e alla capacità di autoespressione. https://www.energyogant.it/intelligenza-creativa-il-meglio-e-nemico-del-bene/

    Come poter sviluppare la creatività personale?

    I suggerimenti per raggiungere questo atteggiamento sono:

    • Assenza di paura
    • Accettazione di Sè
    • Superamento dei conflitti interni

    Coltivando queste qualità possiamo a poco a poco liberarci dai condizionamenti che abbiamo ricevuto e imparare ad esprimerci basandoci sulle nostre reali capacità.

    Possiamo imparare a sentire e ad amare non influenzati da schemi, abitudini, modelli, immagini collettive, ma secondo la nostra reale sensibilità affettività, capacità di rapporto.

    Noi spesso non sperimentiamo i nostri veri sentimenti, le nostre reali emozioni, i nostri affetti profondi, ma le etichette dei sentimenti, delle emozioni, degli affetti.

    Noi non usiamo le nostre vere energie, ma i concetti e le idee che suscitano queste energie.

    Le nostre convinzioni, non sono nostre, ma convinzioni altrui che ci siamo abituati a considerare nostre, per pigrizia, per passività, per paura delle responsabilità.

    Noi non siamo veramente consapevoli che il nostro Vero Io, la nostra identità nascosta è molto più bella, creativa, luminosa di qualsiasi imitazione o copia, perchè è vera, autentica, pulsante di vita ed energia.

    Per essere creativi quindi dobbiamo avere il coraggio di essere noi stessi.

    La persona creativa ha un’individualità forte ed inconfondibile, ma è anche capace di instaurare rapporti di qualità. 

    Nei rapporti con gli altri non perde se stesso, ma esprime se stesso: è sicuro di Sè, ma senza orgoglio. Non ha paura di mostrare i suoi limiti. Si adatta agli altri e ad ogni situazione creativamente. Questa è la creatività personale primaria che tutti possediamo latente dentro di noi e che si manifesta quando cerchiamo di realizzarci e divenire noi stessi.

    Questo tipo di creatività nasce dall’interno e dall’alto ed anche se si esprime in cose piccole e semplici, rivela di essere l’espressione del Sè che lentamente e gradatamente pervade ogni parte del suo strumento trasformando l’inerzia della meccanicità della materia in vita pulsante.

    Fa emergere la coscienza superando tutti i dualismi e le dicotomie in una sintesi superiore, silenziosamente e quasi inavvertitamente. 

    Questa creatività personale primaria non nutre l’orgoglio, l’ambizione, la presunzione. 

    Sgorga come acqua fresca e fa fluire l’energia creativa.

    Di fatto quindi non è l’azienda che uccide o sostiene la creatività, siamo per primi noi stessi, quando ci neghiamo la nostra creatività e, guarda caso, ma il caso non esiste, da quello stato attiriamo un’azienda, una situazione, un partner ecc.  che risuona con noi e con le nostre convinzioni. Sarà quindi un’azienda burocratizzata al massimo, dove il singolo collaboratore è un numero ecc.

    Ma se cambi tu, se pulisci e liberi la tua creatività, allora non riuscirai a stare neanche un giorno in più in un’azienda che tende a sopprimere la creatività e, per risonanza, attirerai aziende più allineate al tuo Sè vero.

    Non c’e’ scampo e non c’e’ spazio: la creatività comincia da noi, dal nostro spazio interno.

    Fatti quindi delle domande:

    • Cos’e’ per me la creatività personale?
    • Quante volte nella giornata esprimo creatività?
    • Che credenze ho io sulle persone creative?
    • Chi nella mia vita ha favorito la mia creatività?
    • Chi nella mia vita ha bloccato la mia creatività?

    I blocchi mentali che limitano la creatività personale

    Un blocco mentale è un atteggiamento che porta a pensare seguendo sempre gli stessi schemi, rendendoci ciechi alle strade alternative.

    In psicologia, i più frequenti sono:

    1. La risposta esatta: NO, non c’è n’è una sola.
    2. “Ma non ha senso”: specie nella fase di incubazione di una nuova idea/ progetto, MAI scartare le idee che non appaiono logiche.
    3. Seguire le regole: è quello che ci insegnano fin da bambini. Ora abbiamo la necessità di abbandonare questo schema
    4. E’ funzionale?: non chiediamocelo troppo presto. Questo accade perchè ci concentriamo troppo su ciò che sappiamo già
    5. Il gioco è solo per bambini: Le idee più geniali ci  vengono  quando ci stiamo divertendo.
    6. Non è il mio settore: la maggior parte della gente pensa di non poter contribuire in nessun modo al di fuori della propria area di competenza e/o specializzazione. E’ proprio nella combinazione fra settori diversi che scattano le scintille più grandi
    7.  Evitare le ambiguità: Le  ambiguità possono essere viste  come possibilità di vedere in modi diversi uno stesso problema
    8. Siate folli!  Dobbiamo avere  il coraggio di essere anche “diversi”. Tendiamo al conformismo, ma se siamo come tutti gli altri, penseremo come tutti gli altri.
    9. Sbagliare è sbagliato: se non permettiamo a noi stessi di sbagliare, non stiamo provando minimamente a pensare creativo. L’errore è la dimostrazione che stiamo provando qualcosa di nuovo.
    10. Ma io non sono un creativo: Diamoci una possibilità, soprattutto alle nostre idee. Se non pensi di essere un creativo, non lo sarai.

    Non dobbiamo escludere nessuna possibilità e non dobbiamo avere paura di sbagliare!

    Suggerimento per favorire la creatività personale

    Utilizziamo la mente immaginale!

    La parola “immaginazione” che oggi molto spesso si usa con sufficienza, ha le sue origini nel termine sufi “himma”, il cui significato è “il potere creatore del cuore”. Utilizzare un approccio immaginale significa, anzitutto, lavorare con le immagini. Ma un lavoro con le immagini può avvenire secondo tantissime modalità: un lavoro grafico, pittorico, cinematografico, scultoreo o comunque artistico; un lavoro eidetico, uno di carattere più introspettivo e psicologico ed uno, infine, più “estatico”.

    Estatico nel senso che  riguarda la percezione e gli stati di estasi. Cosa sono le estasi?
    In teoria in uno stato di estasi  la nostra coscienza “e’ fuori”. Quando la coscienza è “fuori” essa è in uno dei nostri “al di là” possibili, in uno spazio dove gli è possibile vedere e vedersi in un modo diverso. Immaginiamo  che esista un intero universo invisibile che è allo stesso tempo, origine e copia di quello che vedi, una specie di negativo fotografico intangibile. L’immaginale è lo specchio stesso, il confine tra i mondi, il ponte tra visibile ed invisibile. Nella nostra cultura aziendale siamo abituati a vederne principalmente il mondo della materia (fatti/risultati).ma esistono moltissimi mondi.

    esercizio 

    Chi sono? Un uomo e una donna? due donne? Come si chiamano? Che lavoro fanno? Dove si trovano e perché sono lì? Cosa stanno facendo? Immaginate, insomma, la loro storia, ogni dettaglio nella fotografia è un indizio.

    Continuate ad allenare la creatività, è l’unico modo per far sì che anche nelle giornate più nere la vostra pagina di lavoro non rimanga bianca.

    A volte le parole non bastano.E allora servono i colori.E le forme.E le note.E le emozioni.” Alessandro Baricco

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