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  • Il metodo

    “Ramazzare” per strada… e dentro di sé

    Ieri mattina ho fatto una breve esperienza a Milano: 2 ore con “Ramazza Vigentina” Circa 40 persone si sono ritrovate per “ramazzare” le vie del quartiere. Lo fanno ogni 15 gg. Ho accolto l’esperienza all’ultimo minuto, in quanto non abito in quella zona. 

    E’ stato più interessante di quanto immaginassi. 

    Di per se’ non e’ entusiasmante raccogliere da terra le infinite schifezze che vengono lasciate. E, mentre svolgevo il compito, attrezzata di guanti, pinza a braccio e sacco grigio dell’Amsa, si attivavano in me diverse emozioni: rabbia, senso di inutilita’ di queste due ore che avrei potuto spendere meglio, tanto questa e’ una goccia in un’oceano, benessere, pensando di mettere a servizio del bene comune della mia città un po del mio tempo,ecc.

    Man mano che proseguiva l’esperienza aumentavano anche il disgusto e il disprezzo, altre emozione importanti ed  universali che spesso fatichiamo a riconoscere. 
    Il disgusto si può più facilmente immaginare, il disprezzo, più sottile, richiamava in me il giudizio dato dallo “snobismo” che ti fa dire “io queste cose non le faccio”.

    Poi ad un tratto, mi sono accorta che tutto ciò si stava transformando in compassione e connessione. Non ero più li io a fare qualcosa di bene, per un atto altrui, ma ero li per scoprire qualcosa di me.

    Ho osservato 4 stili di comportamento umano:

    1) chi è distratto e gli cade per terra lo scontrino, il pacchetto di sigarette, il mozzicone di sigaretta, ecc.
    2) chi è egocentrico e butta il fazzoletto di carta, il mozzicone, la carta del gelato, non esiste l’ambiente, le altre persone intorno ecc. tanto “ci pensa il Comune”
    3) chi è disperato, che vive sulla strada tutto il suo dolore, mangia, si ubriaca, vomita, lascia bottiglie di vodka, bicchieri con dentro di tutto, preservativi sporchi, mozziconi, siringhe, ecc.
    4) chi come me che si ritiene civile, butta la carta nel cestino, non lascia bottigliette di plastica in giro, non fuma, non si droga, ecc. ma … NON SI ACCORGE.

    E forse proprio questo mi ha colpito di più.
    Io quella strada l’ho fatta decine di volte.
    Ma non ho mai davvero visto.
    O se ho visto, non ho fatto nulla.

    La svolta?

    Quello che ho imparato da questa breve esperienza e’ che ho meno giudizio per ognuno dei 4 tipi di comportamento, perché non mi sento molto diversa, con la mia indifferenza.
    Ho scoperto che, se anche non voglio “ramazzare” tutte le settimane posso comunque segnalare, contattare ecc. e che ci sono davvero un sacco di persone dell’Amsa, delle associazioni ed anche del Comune, disposte a collaborare e ad intervenire. 

    Mi ritrovo spesso nelle aziende a parlare con i manager e ad ascoltare i bellissimi progetti di sostenibilita’ che vengono sviluppati, ma da oggi, soprattutto per le aziende che hanno sede in città ( in Vigentina oggi ce ne sono tante, da Prada a Moncleir, ad Amplifon ecc) Ma a volte, basta un gesto semplice, visibile, replicabile.

    Perché quando lo vivi, ti lascia il segno. 
    Una cosa S.M.A.R.T ( semplice, misurabile, molto accessibile, realistico e temporizzabile). Soprattutto trasformativa.
    Puo’ fare la differenza velocemente, almeno su due (la prima e la quarta) categorie delle 4 menzionate. 

    🙏 Ringrazio chi ha condiviso questa esperienza con me.
    Eravamo in tanti, ma ieri pomeriggio mi sono sentita un po’ meno sola.
    E oggi, il mio modo di vedere è già diverso

    E tu? Quando è stata l’ultima volta che hai visto davvero… anche quello che non volevi vedere?

    Qui nella foto eravamo gli ultimi rimasti, ma gatantisco che in partenza eravamo molti di più 🍀

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