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  • Il metodo

    TRASFORM-AZIONE VERA: il DIRE e la comunicazione empatica e potenziante

    Come stai?

    Sembra essere la più semplice domanda che ci porta direttamente all’interno della “comunicazione empatica” che significa impegnarsi per comprendere in modo profondo il proprio interlocutore, e connettersi a un livello emotivo e intellettuale.

    Il nostro interlocutore a volte sono gli altri, altre siamo noi stessi.

    Spesso però la risposta non è correlata a una reale visione d’insieme, che ci sfugge.

    In oriente e nella cultura Vedanta si usa la parola Namastè (= riconosco la parte divina che c’è in me e che ritrovo in te). E’ un saluto che implica un riconoscimento di qualcosa che non vediamo e che, immediatamente ci porta a porre l’attenzione a qualcosa al di là dell’aspetto estetico e visivo.

    Ci invita a riconoscere

    Non riconosco niente nell’altro, se non lo riconosco in me.

    Il dire qualcosa all’altro, fuori di noi, anche un semplice come stai? implica sempre uno scambio che, anche se apparentemente ci sembra innocuo, crea una frequenza vibratoria sia in chi parla, sia in chi riceve.

    Si ritorna sempre al tema della respons-abilità e della risonanza che avviene, inevitabilmente e sempre, dentro e fuori di me.

    Il semplice chiedere come stai? trasmette moltissime informazioni relative a come ci poniamo, al nostro atteggiamento, alla nostra energia personale. 

    Partendo da questa riflessioni, in un momento che ci sta aprendo a nuove opportunità di stile di vita, di relazioni e di comunicazione, abbiamo pensato di dedicare i prossimi tre mesi ad approfondire 3 azioni concrete che sono un passepartout per il nostro benessere in azienda, a partire dai nostri blocchi energetici, passando dalle nostre abitudini e alle nostre credenze e manifestazioni.

    TRASFORM-AZIONE VERA: dire fare abbracciare è il titolo di questa nuova finestra di dialogo che vuole essere un percorso di allenamento al benessere, concreto, facile e di sicuro successo.

    Nel mese di ottobre, ci occuperemo del DIRE e abbiamo scelto 4 argomenti specifici:

    • COMUNICAZIONE POTENZIANTE ed EMPATICA
    • POTERE/SUCCESSO 
    • OBBLIGO
    • ERRORE

    A novembre ci dedicheremo al FARE parlando di:

    • ROUTINE DEL MATTINO
    • ENERGIA DEL CORPO FISICO
    • ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE
    • CREATIVITA’

    Dicembre sarà il mese dell’ABBRACCIARE. Un abbracciare molto esteso, che non si limita al contatto fisico ma che “abbraccia” spazi personali di più ampia indagine:

    In particolare:

    • ACCOGLIENZA ED INCLUSIONE
    • STANCHEZZA E SFORZO
    • GENTILEZZA
    • DONO/PERDONO – SERVIZIO
    • GRATITUDINE

    Non esiste trasformazione negativa o positiva, l’unica cosa di cui siamo certi è la TRASFORM-AZIONE e per renderla VERA, nel senso di concreta e che ci porta a dei risultati, dobbiamo mettere in campo soprattutto 2 forze energetiche:

    la VOLONTA’ personale (devo volerlo. Nessuno può aiutare nessuno, se non c’è in campo un atto di volontà) e la COSTANZA (piccoli gesti quotidiani che, ripetuti nel tempo, diventano azioni che trasformano)

    Dire: il primo passo per la trasform-azione vera

    Le parole hanno una potente energia: il legame pensiero – parola – azione è indissolubile.

    E questo vale sia nella manifestazione verso gli altri, che verso noi stessi.

    Da dove nasce il dialogo con noi stessi?

    In ogni momento della nostra vita dentro di noi avviene un dialogo interiore.

    Dal nostro dialogo interiore dipendono le nostre azioni e i nostri risultati.


    Dobbiamo tenere presente l’importanza del nostro linguaggio, che è lo strumento attraverso il quale diamo forma ai nostri pensieri, che diventano parole e poi azioni.

    Il nostro cervello è un sistema binario perfetto: se alimentato nel modo migliore produrrà prestazioni fantastiche, ed elevate vibrazioni che si ripercuoteranno su ogni aspetto della nostra vita.

    Quindi, le parole che ci ripetiamo influenzano ogni attimo della nostra giornata.

    Il pensiero si fa verbo che alimenta di fatto l’agire: a seconda delle parole che scegliamo per creare un’immagine o una manifestazione possiamo creare, elevare, sentire, ma di fatto anche tutto il contrario.

    Questo in accordo con la dualità che permea il sistema vita: a seconda della scelta che facciamo possiamo volgerci al buio, o alla luce.

    Il dialogo con se stessi non è un monologo, ma più un colloquio.

    Io parlo a me stesso e il mio corpo risponde, e muovendosi nella realtà quotidiana colloquia contemporaneamente con quello che mi circonda.

    E quali sono gli effetti di questo scambio di informazioni?

    Con le parole chiedo, con le parole modifico, amplifico, riduco, annullo, esalto, creo. Alcuni suoni vibrano più in alto, altri più in basso.

    Sono diversi gli esperimenti di acustica legate alle vibrazioni.

    Oltre a quello della coppia di diapason, dove la stimolazione di uno ad una certa frequenza influenza in modo naturale anche la frequenza del secondo, potete per esempio provare a spargere una manciata di sabbia su un piatto metallico, collegato a un altoparlante, accendete la musica “a palla” e stare a guardare: al variare delle frequenze, i granelli prenderanno a spostarsi sulla lastra disegnando disegni inaspettati. A volte armoniosi, a volte meno.

    La  frequenza è importante, crea forme e conseguenze. Per questo è altrettanto importante avere padronanza di linguaggio, nell’utilizzare le parole giuste da poter pronunciare a favore di una situazione.

    Il nostro inconscio, infatti, mette in pratica tutto quello che diciamo e ci diciamo, senza discernere: lui riceve un’informazione (una frequenza appunto) che si trasforma in istruzioni precise.

    Questo processo avviene ogni giorno, e noi il più delle volte non ne siamo consapevoli, quindi è importante programmare consapevolmente il nostro inconscio e attivare la mente razionale affinché l’uso delle parole corrette diventi costantemente positivo e riprogrammabile consapevolmente.

    Le parole potenzianti nella comunicazione empatica

    Prova a chiudere gli occhi e immaginati. 

    Se avessi la possibilità di cambiare la tua emozione del momento, quali parole sceglieresti per farlo?

    In diverse discipline, e in particolare in quelle olistiche, si parla di scelta di parole potenzianti.

    Louise Hay è stata colei la quale ha iniziato a parlare sempre di più di affermazioni positive e potenzianti da usare come attivatori della realtà.

    Lei, in particolare, ha sostenuto l’esercizio di ripetere sempre queste parole, e in particolare di attivare parole potenzianti seguendo alcune indicazioni.

    1. Le parole che si scelgono per potenziare energeticamente una situazione dovrebbero essere sempre brevi, semplici, rivolte al positivo

    Ad esempio: Io sto bene. Io mi merito il meglio. Io ce la faccio. 

    Un altro accorgimento è eliminare dal proprio vocabolario la negazione NON e anche gli avversivi MA e PERÒ’ da sostituire, ad esempio in questo modo:

    Mi sento pronto per il colloquio ma la vedo dura…

    Mi sento pronto per un colloquio e darò il meglio di me.

    1. Le parole, perché siano potenzianti, devono essere elaborate per il bene di chi ci circonda e mai incolpando o manipolando una situazione.

    Anche perché le parole sono significative, sono vibrazioni che suonano all’interno e all’esterno di noi. Sono una cassa di risonanza.

    1. Le frasi devono accompagnarsi ad un reale stato emotivo positivo e alla visualizzazione della situazione che la persona sta immaginando. 

    Le visualizzazioni dettagliate ci permettono di immedesimarci e scendere nei dettagli dei nostri desideri, così ci aiutano, nel momento dell’espressione verbale, a formulare affermazioni positive ma anche specifiche. 

    1. Le frasi potenzianti vanno pensate ed enunciate al tempo presente.

    Es: Invece di “Speriamo di vincere” possiamo dire “Oggi sono in forma e vinco.”

    Questa modalità di parole potenzianti funziona sia con noi stessi che con gli altri.

    Il primo esperimento lo possiamo fare con la nostra quotidianità per poi rivolgerci all’esterno e assorbire via via la realtà che ci circonda creandone “realmente” una nuova.

    Un altro punto a sostegno è l’importanza della ripetizione delle parole potenzianti affinché diventino parte nostre, così che il nostro cervello (sistema binario) le assorba e da lì possano vibrare in ogni nostra cellula.

    Scegliamo insieme le parole per rendere la nostra comunicazione empatica!

    Prova ad elencare le frasi negative comuni che solitamente  utilizzi e a trasformarle in parole con un’energia più alta.

    Noi abbiamo fatto questo elenco. Per calarsi nella quotidianità non è possibile trasformare un down emozionale in un up, immediatamente, ma le parole ci aiutano a traghettarci verso sensazioni ogni giorno migliori, energie più elevate.

    Arrabbiato – deluso

    Depresso – non sono al massimo della mia forma

    Distrutto- devo riposare

    Esausto – da ricaricare

    Spaventato – incuriosito

    Ferito – offeso

    Impaziente – sto pregustando

    Perduto – sono alla ricerca

    Penoso – scomodo

    Stressato – troppo impegnato

    Stupido – poco informato

    Terribile – diverso

    Solo sostituendo l’uso di alcuni termini con altri potenzianti si può accorgersi di come cambia la rappresentazione interna e, di fatto, quella esterna. 

    Le parole potenzianti sono parole che hanno carica, energia e passione e quindi è importante conoscerle ed utilizzarle come semplici strumenti, gratuiti, alla portata di tutti che diventano poi azioni che ci trasformano.

    Come funzionano le parole e i benefici della comunicazione empatica

    Ogni parola che pronunciamo, pensiamo o leggiamo accende una serie di lampadine nel nostro cervello che producono delle reazioni neurofisiologiche (neurotrasmettitori, ormoni…) che producono sostanze che ci sostengono, o meno, nel contesto.

    La parola conta: sono di pochi anni fa gli studi, per lo più americani, in cui si diceva che in una relazione il linguaggio verbale conta il 7%, mentre il paraverbale 38% e il 55% resta al non verbale. Oggi questi studi sembrano essere superati: anche il verbale è evocativo di emozione e ogni livello di linguaggio ha un peso equo e connesso agli altri.

    Paolo Borzacchiello ci aiuta con l’elenco di alcune parole che aiutano questa connessione e come il loro uso, o meno, evochi reazioni inconsce in chi ci ascolta.

    SCUSA

    Scusa se ti disturbo: pone l’accento sul disturbo e rimanda a malessere e allontanamento del sentire dell’altro che potrebbe attivare una reazione inconscia di questo tipo “se pensi di disturbarmi perchè lo fai?

    SI e NO

    Sapete qual’è la parola più eccitante del vocabolario? SI

    Ogni SI provoca in noi la midrasi (dilatazione della pupilla).

    Il SI crea relazione tra le persone, e possiamo usarlo non solo come affermazione ma anche come intercalare. Il SI apre situazioni, di contro il NO le chiude. Blocca qualsiasi tipo di interazione.

    MA, PERÒ, TUTTAVIA

    Ma /però /tuttavia sono avversative. 

    Proviamo a sostituirle con e/ infatti/ c’è da considerare anche che

    POSSO, SE DEVO

    Posso essere sincero, se devo dirti la verità: presuppone mancanza di sincerità che l’interlocutore dà come presupposto di uno scambio se no lo stesso non ha senso di essere.

    Come queste ce ne sono molte altre.

    E’ importante ricordare che in un’ottica di comunicazione empatica, e potenziante, il cervello non ha il senso dell’ironia. Per il cervello le parole sono parole e basta.

    Le parole potenzianti sono lo specchio della nostra anima. 

    Attraverso le nostre parole esprimiamo la nostra energia, il nostro modo di essere.

    Esercizio:

    Prova a creare la tua frase di potere.

    Formulare la propria frase di potere, rende le parole come un faro, un indicazione, un rafforzativo per tenerci aderenti alla nostra mission personale.

    Deve essere al presente, in prima persona, composta da soggetto verbo e un aggettivo qualificativo.

    Es. Io (nome) sono  energico.

    Io (nome) sono entusiasta.

    Io (nome) sono attento, ecc

    Scrivi questa frase sul desktop del tuo computer, sul tuo cellulare, attacca un post-it in ufficio o sullo specchio del bagno al mattino.

    La tua frase di potere deve essere un’informazione diretta e chiara per il tuo inconscio, che di per sé non ama i cambiamenti.

    Ma soprattutto deve essere ripetuta quotidianamente più volte al giorno per portare una TRASFORMAZIONE VERA, dove anche tutto il sistema cellulare riceve una nuova informazione e si riorganizza.

    Ti invito ad attivare da subito questo approccio con te stesso, con i tuoi colleghi e in generale nella tua quotidianità, e poi, se ti fa piacere, fammi sapere com’è andata.

    La comunicazione potenziante è parte del nostro approccio: se volete un supporto, potete contattarci e saremo felici di potervi accompagnare nello sviluppo del benessere organizzativo e dello sviluppo umano in  azienda, attraverso il metodo Energyogant di myHARA, concreto e misurabile

    Simona Santiani 3387438166 – info@myhara.it

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