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    Il mal di testa dopo lavoro e i cali di energia fisica, mentale ed emotiva

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    Chi non ha mai sofferto, almeno una volta nella vita, di un fastidioso mal di testa dopo lavoro scagli la prima pietra.

    Da una ricerca dell’Unità di Medicina del Lavoro dell’IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia, pubblicata sul Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, risulta che il mal di testa, o cefalea, colpisce mediamente 1 italiano su 4 conseguente il lavoro.

    Il mal di testa dopo lavoro colpisce il 25 percento della popolazione, tra i 25 e i 55 anni, in particolare le donne (1 su 5 contro il 6 percento degli uomini). 

    Si stima che il 15% dei lavoratori torni a casa e/o si assenti dal lavoro.

    Il calo della produttività è calcolato circa il 35%, con un impatto di circa 420 euro a testa di perdite economiche da mal di testa (la sola emicrania in Europa costa ogni anno ben 27 bilioni di euro).

    Questi alcuni tra gli studi più recenti.

    Si considera il mal di testa come uno dei disturbi più diffusi e  complessi da diagnosticare e, se per alcuni si tratta di un episodio sporadico, per altri è una presenza costante nella quotidianità, che spesso costringe chi ne soffre a fare ricorso a farmaci specifici, che a lungo andare perdono di efficacia causa l’assuefazione stessa del corpo fisico.

    Cos’è il mal di testa dopo lavoro e che ripercussioni ha sulla nostra energia?

    Mal di testa è un’espressione generica con cui si identificano vari tipi di cefalee..

    I principali sono:

    • l’emicrania, che è la forma più comune ed è caratterizzata dalla famosa sensazione della testa che scoppia; può durare da poche ore a qualche giorno, 
    • la cefalea tensiva, che è dovuta alla protratta contrazione dei muscoli di collo e spalle
    • la cefalea a grappolo, che è la più rara e ostica,caratterizzata da dolori violenti nella zona frontale e orbitale che si manifestano in orari tendenzialmente fissi.
    • la cefalea cervicale, che deriva da problemi legati alle vertebre cervicali.
    • Il mal di testa è sempre correlato anche ad una componente emotiva: ansia, depressione, situazioni di stress prolungato possono facilmente alterare l’attività elettrica e la biochimica del cervello, influendo sui vasi sanguigni, che prima si costringono e poi si dilatano, scatenando il dolore.

    Le cause del mal di testa dopo lavoro sono molteplici e tra le principali troviamo:

    • stress fisico e/o psicologico
    • ansia
    • postura errata
    • disidratazione
    • alimentazione scorretta o intolleranze
    • cattiva digestione
    • costipazione
    • insonnia
    • squilibri ormonali legati al ciclo mestruale per le donne)

    Per quanto riguarda la postura correlata  al mal di testa dopo lavoro la sezione Cefalea e Dolore Facciale del dipartimento di Fisiopatologia Clinica e del CPO Piemonte dell’Azienda Ospedaliero Universitaria San Giovanni Battista – Molinette di Torino ha condotto uno studio su oltre 2.000 dipendenti del Comune di Torino. 

    I lavoratori pubblici del capoluogo piemontese sono stati divisi in 2 gruppi: a uno sono stati assegnati esercizi posturali da eseguire ogni 2 o 3 ore durante l’orario di lavoro e in parte anche a casa, nel tempo libero; gli altri hanno continuato con le precedenti abitudini. Se all’inizio del programma di esercizi posturali la media era di 7 giorni di mal di testa da ufficio al mese e 11 giorni di indolenzimento e dolori muscolari a collo e spalle, dopo i 7 mesi del programma di esercizi è stata riportata una riduzione del 34% dei giorni di mal di testa da ufficio e di dolori muscolari compreso il calo del 29% nel ricorso ad analgesici.

    Lo yoga, per esempio,  è una disciplina e uno stile di vita che, nel tempo, ha dimostrato avere numerosi effetti benefici sulle persone che soffrono di mal di testa dopo lavoro, a causa di un aumento della serotonina, la cui carenza è indicata tra le possibili cause del mal di testa localizzato.

    Uno studio su neurology.com, condotto da un team dell’All India Institute of Medical Sciences, coordinato da Rohit Bhatia, ha preso a campione un gruppo di volontari che soffriva di frequenti emicranie e che, per questo, assumevano dei farmaci regolarmente prescritti dai medici.

    Si trattava di 114 persone di età compresa tra 17 e 50 anni che soffrivano di mal di testa dalle 4 alle 14 volte su base mensile. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: yoga più farmaci, o solo farmaci.

    Il primo gruppo praticava yoga con un’insegnante 1 ora per 3 volte la settimana.

    Tutti i partecipanti all’esperimento hanno ottenuto miglioramenti nella gestione della frequenza e dell’intensità dell’emicrania, ma i partecipanti al gruppo yoga hanno riportato risultati significativamente migliori, ovvero una riduzione del 50% degli eventi mensili di emicrania, contro una riduzione del 12% di chi assumeva solo farmaci.

    Oltre ai farmaci, i partecipanti di entrambi i gruppi sono stati informati sui cambiamenti dello stile di vita che possono ridurre l’incidenza dell’emicrania, come dormire a sufficienza, mangiare sano ed esercitarsi.

    Il mal di testa dopo lavoro è un segnale per trasformare la propria energia 

    E’ importante cercare di avere chiaro qual è la natura del mal di testa che sentiamo, poiché spesso è causato da semplice disidratazione. 

    E’ sempre bene mantenere il corpo idratato (almeno 8 bicchieri al giorno lontani dai pasti e possibilmente di acqua tiepido/calda)

    Questo comporta entrare in ascolto dei messaggi che il nostro corpo ci manda.

    Esiste anche un altro approccio alla manifestazione dei disagi del corpo, in cui peraltro credo molto e da anni studio e approfondisco, ovvero quello secondo il quale ogni sintomo che il nostro corpo manifesta è un messaggio specifico che ci viene mandato per farci porre l’attenzione su un aspetto da accogliere e/o trasformare nella nostra vita e che richiede la nostra attenzione.

    Questo concetto lo descrive molto bene Claudia Rainville nel suo libro Ogni sintomo è un messaggio e descrive il mal di testa in questo modo:

    “Il mal di testa può avere svariate cause; può essere di breve durata, provocato da un’iperattività del pensiero o da un’eccessiva tensione, quando ad esempio ci mettiamo in testa di voler capire proprio tutto, cosa frequente fra gli studenti.

    Può accadere anche che ci ostiniamo a voler trovare da soli la soluzione di un problema piuttosto che chiedere aiuto al prossimo. A volte il dolore è così intenso da darci l’impressione che la testa stia per scoppiare: in questo caso, il mal di testa nasce quasi sempre da emozioni represse, trattenute.

    Chi soffre di mal di testa spesso ha sviluppato una tale capacità di controllo delle proprie emozioni da sentirsi spiazzato quando una di esse tenta di emergere: più cercano di soffocarla, più hanno mal di testa. 

    Ma se con dolcezza ed accoglienza, si lascia riaffiorare l’emozione, una volta liberata, il mal di testa scompare. Spesso è associato per lo più alla paura ed alla insicurezza.
    Che cosa mi rende insicuro o mi crea tensione?
    Di cosa ho paura?
    Ho difficoltà a esprimere i miei bisogni o le mie emozioni?
    Mi è già capitato di sentirmi minacciato?

    L’emicrania è un dolore acuto che colpisce solo un lato della testa. 

    Si presenta con crisi accompagnate da nausea e, a volte, da vomito. Le emicranie sono la manifestazione di un surplus emotivo rispetto a una situazione in cui ci siamo sentiti costretti o minacciati.”

    Il corpo è l’amico sincero, come sostiene Winkler Volker, la mente mente, il corpo mai.

    Eppure trascorriamo le nostre giornate, affidando alla nostra mente e ai nostri pensieri la responsabilità dei nostri successi e soddisfazioni.

    Attraverso i nostri pensieri, per lo più frutto di credenze ben radicate che ci portiamo appresso da anni, gestiamo la nostra vita e le nostre scelte.

    Eppure, come sostiene anche Daniel Kahneman nel libro “Pensieri lenti, pensieri veloci” il 95% delle nostre decisioni, anche se ben ponderate, non sono frutto di scelte razionali.

    Il modo in cui una persona elabora concetti ed emozioni può influire in modo significativo sul mal di testa dopo lavoro.

    Eppure, per compiere queste elaborazioni mentali, noi utilizziamo il cervello e i suoi neuroni: com’è possibile che il modo in cui lo utilizziamo non influenzi la sua salute? 

    Sarebbe come dire che il modo in cui usiamo i nostri muscoli non influisce sul loro stato fisico.

    Se dunque soffriamo di mal di testa, probabilmente un buon modo di guarire potrebbe essere un cambiamento nel modo di “usare la testa”. 

    Ogni cefalea va ovviamente valutata singolarmente e da competenze diverse dalla mia, ma ci sono comunque riflessioni trasversali che riguardano in particolar modo il sistema energetico e la nostra relazione con il controllo, il perfezionismo e la rigidità.

    L’origine del mal di testa dopo lavoro

    Il mal di testa non colpisce a caso: quando si cronicizza tende a scegliere le sue “vittime” fra persone che hanno un’attività di pensiero ipersviluppata e che difficilmente riescono a staccare la spina e a far riposare la mente. 

    • Razionalità in eccesso
      “Penso, dunque sono”: potrebbe essere questo il motto di chi soffre di mal di testa. Non c’è nulla che, secondo lui, non debba cadere sotto il bisturi tagliente della razionalità. Ogni questione viene sottoposta a un’analisi impietosa e rigorosa: non si smette di pensare fino a quando non se ne viene a capo e tutto ciò non permette  di prendere in considerazione le cose anche in altro modo. 
    • Perfezionismo
      “Volere è potere: in ogni caso bisogna sempre dare il massimo”: questo è il motto del perfezionista. E chi soffre di mal di testa ha sempre l’asticella molto alta verso se stessi e verso gli altri. Ha un giudice interiore molto severo ed il giudizio altrui ha un peso significativo. La paura di sbagliare governa la sua energia e vitalità. Ogni gesto diventa una performance che finisce col perdere di vista l’obiettivo concreto e i desideri più elementari.
    • Formalismo
      Molto formale nei modi, il cefalalgico tiene a fare buona impressione sugli altri, si sente piuttosto a disagio quando è al centro dell’attenzione, preferisce passare inosservato e dare un’immagine di normalità. In genere giudica con poco favore ciò che è vistoso e diffida delle persone spontanee. Molto del suo formalismo è dovuto a un’educazione rigida che per lo più è molto lontana dal suo sentire e volere. 
    • Altruismo eccessivo
      Soffre di mal di testa chi non si tira mai indietro. La sua disponibilità nei confronti degli altri spesso però è guidata dal bisogno di controllo. Ecco perché buona parte dei suoi interventi o dei gesti di abnegazione, più che da una genuina disponibilità, nascono dal desiderio di fare le cose a suo modo. Vi è una tensione e una gran fatica nel voler tenere tutto sotto controllo. Perdere il controllo genera paura dell’ignoto e di non conoscere eventuali reazioni. Ma sia in uno nell’altro modo, per l’altruista eccessivo si tratta di tensione, che si ripercuote inevitabilmente in emicrania. 
    • Rancori accumulati
      Il passato è come un enorme archivio di “sospesi” esperienze, ricordi belli o brutti che siano si mettono via ma non si cancellano. Lo stesso vale per i torti subiti: chi soffre di mal di testa non lascia cadere, anzi, tende a essere piuttosto rancoroso. Difficilmente però riesce a esprimere ciò che sente: trattiene, salvo poi esplodere istintivamente. Spesso si sente vittima di torti subiti.

    Quando ci permettiamo di  entrare in confidenza con il nostro mal di testa ed accoglierlo, senza conflitto, chiedendogli cosa ci vuole comunicare, stiamo orientando tutta la nostra energia mentale, fisica, emotiva verso una trasformazione. Il nostro sistema cellulare si attiva e si crea un nuovo movimento. Questo  movimento porta  una ridistribuzione cellulare e di ossigeno in tutto il corpo e l’energia si vitalizza. 

    Come debellare il mal di testa dopo lavoro?

    Ogni cura per il mal di testa va accompagnata da un cambiamento mentale e psichico. Ci sono cefalee che beneficiano della capacità di esprimere le emozioni, altre dal ridurre l’eccessivo controllo, altre dalla risoluzione di conflitti interiori, altre ancora del lasciare più spazio alla creatività, all’istinto e all’intuizione. Non si può ottenere tutto velocemente perché il cervello è ancorato alla sua modalità di pensiero ma con pazienza si può sviluppare un atteggiamento mentale più lineare e scorrevole, portando netti miglioramenti alla sintomatologia.

    l mal di testa esprime sempre qualcosa di esistenziale e di importante. A volte può trattarsi semplicemente di energia repressa (fisica, sessuale, affettiva, creativa), a volte rivela la presenza di un vissuto interiore cui la persona non dà spazio, perché non può, non riesce o non sa che esiste. Un vissuto costituito da un conflitto importante che chiede di essere risolto o da una rabbia che ha assoluto bisogno di essere espressa ma non ci riesce.

    Spesso soffre di emicrania la persona istintiva, entusiasta, energica, ma suo malgrado compressa da schemi di razionalità e autocontrollo, imposti dalle regole e dal sistema aziendale, che la bloccano. 

    A soffrirne è la testa, cui tocca l’ingrato compito di raffreddare continuamente il “ fuoco” interno. 

    L’ipertrofia della ragione è quindi un meccanismo di difesa che un soggetto intelligente e dotato mette in atto per difendersi da “un incandescenza” emotiva che non sa come maneggiare e teme di lasciar fluire. Solo che la tattica non funziona e il mal di testa compare proprio per ricordarcelo.

    Alcuni suggerimenti per attenuare l’emicrania al lavoro

    • La respirazione consapevole che da atto involontario diviene volontaria implica un maggiore apporto di ossigeno in tutto il corpo, sino ai distretti periferici. Ci sono tecniche di controllo del respiro molto efficaci per sciogliere il mal di testa, sempre con la supervisione di una guida
    • Migliorare la propria postura, specie quando si è seduti in ufficio o in auto, evitando di curvare la colonna vertebrale
    • Durante il lavoro al computer far riposare la vista periodicamente, guardando fuori dalla finestra e mettendo a fuoco oggetti lontani;
    • Dormire regolarmente, garantirsi un sonno di qualità che deve rispettare i propri ritmi circadiani.
    • Un’alimentazione bilanciata tra frutta, verdura proteine e carboidrati. Osservarsi: quali cibi creano pesantezza, osservare le associazioni, i condimenti. Preferire cibi freschi e poco trattati

    ENERGYOGANT

    Il metodo Energyogant concreto e misurabile, ha come intento il miglioramento e il sostegno dell’energia personale anche nei momenti di alto impatto lavorativo.

    E’ suddiviso in 4 macro aree all’interno delle quali vengono forniti strumenti e feedback per sviluppare energia, creatività, concentrazione e vitalità nel singolo, migliorando il  benessere organizzativo.

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