Loading
  • Il metodo

    Gestisci il tuo benessere personale, non il tuo tempo

    Il benessere personale  non è una possibilità, ma uno stato naturale.

    Come esseri umani, ogni aspetto della nostra fisiologia si adopera per raggiungere 
    l’equilibrio e prestazioni ottimali.

    Nella mia ricerca ormai più che ventennale di benessere ed esplorazione dell’energia personale, la cultura orientale mi ha sempre interessato, in particolare l’approccio di salutogenesi della medicina tradizionale cinese e, in particolare, della medicina ayurvedica.

    Ayurveda letteralmente deriva dal sanscrito ed è composto da ayus (vita) e veda (conoscenza).

    L’ayurveda è la scienza della longevità, da oltre 5000 anni.

    Gli antichi testi Veda (antichissima raccolta in sanscrito vedico dei popoli arii che invasero intorno al XX secolo l’india settentrionale, da cui prese origine l’induismo) si posero una domanda estrema

    E’ proprio necessario ammalarci e diventare vecchi?  La loro risposta fu negativa.

    Sempre secondo l’ayurveda, possiamo seguire questa via ed entrare nel declino ma, e questa è la rivoluzione, rispetto al sapere convenzionale, ogni disordine può essere fatto retrocedere, pur di lavorare costantemente per mantenere l’equilibrio tra la mente, il corpo e lo spirito.

    Alla base del benessere personale c’è l’equilibrio

    • Quanto ci sembra lontana questa affermazione nel nostro sistema di vita? 
    • Quanto è messo in discussione il nostro worklifebalance
    • Ma… in discussione da chi?

    Pretendere che qualcuno dall’esterno ce lo debba fornire e lamentarsi per non riuscire a raggiungerlo, o peggio ancora rimpiangere quando ce l’avevamo, come se l’equilibrio fosse qualcosa di statico, non ci permette di fare un “salto” di coscienza.

    Deformata professionalmente dalla mia passione per la conoscenza dei linguaggi del corpo, ti invito a sollevare le braccia in alto sopra la testa, ad appoggiarti sulla gamba destra con tutto il tuo peso e a sollevare il piede sinistro, flettendo il ginocchio all’esterno ed appoggiando la pianta del piede sull’interno coscia. In altre parole, prova a fare la posizione dell’albero (Vrksasana). Ti renderai conto da solo, immediatamente, di come, in apparenza, per mantenere la posizione, il tuo piede destro è costretto ad un continuo basculamento. Non esiste equilibrio senza continuo movimento. E questo continuo movimento interiore è caratterizzato da un impulso che ci muove verso una ricerca. 

    Deepak Chopra, scrittore, medico indiano e autore di numerosi saggi, sostiene un principio fondamentale: siamo tutti governati da un impulso all’evoluzione che ci spinge a crescere e progredire, ad espanderci oltre i limiti personali, che abbiamo noi stessi immaginato.

    L’impulso all’evoluzione riguarda tutti, anche se con intensità differenti.

    Nella Bibbia si trova scritto che chi si volta indietro diventa una statua di sale

    Anatomicamente siamo fatti per avere gli occhi frontali che guardano avanti.Sempre.

    Questo impulso l’abbiamo in tutte le cellule. Dirige il nostro equilibrio generale in modo automatico, e può essere osservato in ogni organo e cellula del nostro corpo.

    E il modo migliore per andare avanti nell’evoluzione, che ci co-spinge comunque, è l’equilibrio tra corpo mente e spirito.

    Il messaggio più positivo che possiamo mandare alle nostre cellule, ogni giorno, è di essere allineate all’equilibrio, in ogni cosa che facciamo o pensiamo.

    • Quante volte fai un “check” per verificare se quello che fai, quello che pensi e quello che senti sono in allineamento tra loro?
    • Cosa fai quando senti uno “scollamento” tra quello che fai e quello che pensi?

    Possiamo comunicare con le nostre cellule ogni giorno, anche quando la nostra vita ci sembra sempre una giostra o una centrifuga, se scegliamo a chi dare il nostro potere personale.

    Ricordo di aver ascoltato in passato un intervento di Padre Brescianini, amico, monaco camaldolese e coach che, relativamente alla loro regola benedettina “ora et labora” sottolineò il fatto che ciò che fa la differenza è l’et. Nell’et ci sta la nostra consapevolezza e il nostro intento. Ai monaci non era chiesto di pregare e basta o di lavorare e basta, bensì di fare entrambe le cose, ma in quell’et c’era tutto: c’era l’equilibrio e la consapevolezza del “giusto” per ognuno, c’era il pieno e il vuoto, ecc.

    Credo che ora la regola benedettina potrebbe calzarci a pennello, in termini di worklifebalance.

    7 ingredienti fondamentali per il benessere personale in azienda e nella vita

    1. Spazio dedicato di silenzio
    2. Adeguato riposo
    3. Movimento fisico e mentale
    4. Lo stato di coscienza
    5. L’imprevisto
    6. L’intuizione
    7. Feedback loop

    Prenderci il tempo di entrare nella quiete, ogni giorno, e darci l’adeguato riposo, aiuta a mantenere l’equilibrio, di cui il nostro corpo ha bisogno. 

    Anche Dio creò il mondo dal nulla, dal vuoto. Facendoci delle domande apriamo dei vuoti che la realtà tende a riempire fornendoci le risposte, ma queste possono arrivare solo se abbiamo fatto lo spazio necessario. Senza spazio, non possono arrivare cose nuove da scoprire.Ma abbiamo bisogno anche di muoverci fisicamente e mentalmente. Fare esercizio fisico è uno dei modi per tenere a bada l’inerzia fisica, nutrire un appassionato interesse alla vita mantiene in buon ordine l’inerzia mentale.

    • Come può la consapevolezza di sé stessi rendere il sistema corpo-mente dinamico?

    Quando la consapevolezza di sé lascia spazio alla spontaneità il sistema corpo-mente si armonizza, perché si apre alla squisita libertà di ciò che accade in modo inaspettato.

    Osserva se puoi lasciarti aperto alla spontaneità in tutta la tua vita personale ed ogni giorno.

    Sorprendi te stesso: trova un interesse, trova qualcosa di cui appassionarti. 

    Queste sono tutte forme di guarigione profonda e quando ti occupi di questi interessi puoi veramente sperimentare il benessere personale, che ovviamente si ripercuote nella tua vita professionale e personale.

    Lo stato di coscienza potenzia il nostro benessere personale

    La buona notizia è che tutto è reversibile. In qualunque situazione ci si trovi, qualunque, possiamo sempre fare molto per migliorare la situazione in cui siamo.

    Ma come per conquistarci questo “dono” dell’equilibrio, dobbiamo impegnarci ogni giorno.

    Il nostro equilibrio è strettamente connesso al nostro stato di coscienza. Non mi addentro ora su temi relativi a cosa è la coscienza, perché il tema apre a comprensioni ampie e sicuramente interessanti, ma che ora ci porterebbero troppo fuori tema. Mi limito solo ad alcuni accenni fondamentali per il nostro benessere. 

    Per ora accogliamo che, quando c’è uno stato di coscienza ampliato, significa essere in salute a tutti i livelli. 

    All’opposto uno stato di coscienza ristretto porta sofferenza a tutti i livelli. Quando i confini sono stretti non ci permettiamo di esprimere a pieno chi siamo. Suggerisco la lettura, a tal proposito “Reinventare il corpo e risvegliare l’anima” di Deepak Chopra.

    • Cosa si intende per coscienza?
    • Chi sono io? 
    • Cosa sono venuta a fare in questa vita? 
    • Cosa voglio veramente? 
    • Qual è il senso del mio fare? 

    sono tutte domande utili che riguardano il nostro ampliamento di coscienza e la nostra consapevolezza. Con “espansione” mi riferisco fondamentalmente al nostro livello di coscienza, di chi siamo noi.Non è necessario trovare le risposte, ma attivare le domande ci apre ad uno “spazio” per cui la mente intuitiva può accedere e far arrivare risposte di senso.

    Cosa succede quando noi ci espandiamo e troviamo un’identità più grande?

    Riusciamo ad arrivare sempre più ad un a personalità (sì, anche la “personalità”) più espansa, e ci identifichiamo con qualcosa più grande di noi: diventiamo idealisti.

    Gli idealisti sono più sani, se vivono in armonia con i loro ideali.

    Quando la nostra consapevolezza è ampliata, aumenta il nostro spirito d’avventura e risultiamo più flessibili all’imprevisto. 

    L’imprevisto è un toccasana per  il benessere personale

    L’imprevisto è qualcosa di inaspettato, fuori dal nostro controllo ma che richiede necessariamente la nostra attenzione in un momento specifico. Non è evitabile e, tendenzialmente, non è prevedibile. Quando si tratta di imprevisti, tendiamo ad amplificare le nostre emozioni negative perché ci imponiamo due azioni limitanti:

    La prima azione limitante: pensare che accada solo a noi

    Razionalmente lo sappiamo non è così. Tuttavia, quando questi accadono tendiamo a centralizzarci e a pensare di essere vittime di una serie di sfortunati eventi.

    La seconda azione limitante: assecondare le emozioni negative

    Spesso, invece di trovare una soluzione che ci possa aiutare ci lasciamo scivolare nella spirale di emozioni negative – frustrazione, senso di fallimento, ansia e angoscia – e rimuginiamo su quello che è andato storto.

    Dobbiamo di fatto accettare che gli imprevisti esistono e che soprattutto accadano a tutti. Inoltre gli imprevisti sono nella maggior parte dei casi situazioni temporanee. Con questo pensiero è più semplice rimbalzare l’emozione negativa associata e trovare la motivazione di andare avanti nei piani della giornata. Se abbiamo uno stato di coscienza amplificata l’imprevisto non ci fa più paura, perché noi siamo stabili, sappiamo chi siamo, qualsiasi cosa ci fa paura la gestiremo. Siamo un po’ come dei surfisti sulla cresta dell’onda.

    C’è però un organo fondamentale per l’equilibrio. Quale? il cuore.

    • Come fa il tuo corpo a informarti che si sente sovraccarico, stanco o stressato?
    • Descrivi come si sente il tuo corpo quando mangi un pasto non salutare. Come ti senti invece quando mangi un pasto sano?
    • Oggi quali messaggi positivi puoi mandare al tuo corpo per dimostrargli amore e sostegno?

    L’intuizione del corpo è un’ informazione 

    Noi abbiamo la possibilità di migliorare la nostra condizione fisica semplicemente ascoltando i segnali che il corpo ci offre. Il corpo fisico è un messaggero. Secondo l’Ayurveda, il sistema di cure più antico del mondo, i nostri corpi hanno attitudini innate, chiamate dosha.

    Einstein disse “la mente intuitiva è un dono segreto e la mente razionale un servitore fedele”

    Abbiamo creato una società che onora il servitore e ha dimenticato il dono.

    Ognuno di noi possiede una sapienza interiore di saggezza, di intuizione che può servirci come una sicura guida personale.

    L’intuizione è quella voce interiore che sentiamo dentro, mentre siamo impegnati nell’attività quotidiana.

    Si può avere fiducia nell’intuizione, perché non richiede di essere esaminata dal nostro cervello superiore. La nostra saggezza interiore può renderci capaci di fare rapide ed accurate valutazioni che portano a risultati positivi.

    D’altra parte, quando ignoriamo la nostra intuizione perdiamo l’abilità di sentire la situazione e questo ci porta a prendere decisioni, guidate da un’eccessiva razionalizzazione,anche quando abbiamo torto.

    L’intuizione non risiede nel regno dei sensitivi e chiaroveggenti, al contrario è qualcosa che tutti possediamo. Lo stesso Daniel Kanheman in Pensieri lenti e veloci sostiene che “raramente le scelte umane sono dettate esclusivamente dalla razionalità, anche quando sembrano molto, molto ponderate

    L’intuizione gioca un ruolo importante nel mantenere i nostri corpi in equilibrio e ci aiuta guidandoci verso la salute perfetta.

    Nell’ayurveda ogni persona ha un suo tipo fisico, che delinea le tendenze inerenti al nostro sistema già dalla nascita.

    Queste tipologie fisiche si originano dall’incontro della mente con il corpo, quando il pensiero si volge a diventare materia, un luogo che viene ad essere occupato da principi operativi chiamati dosha. dosha  sono le tre sostanze vitali presenti nell’apparato psico-somatico di ogni persona. Autorevoli trattati ayurvedici descrivono come la qualità e la quantità di queste tre sostanze fluttuino in maniera diversa nell’organismo secondo le stagioni, l’ora del giorno, la dieta e molti altri fattori. Da un certo punto di vista, i dosha ayurvedici sono paragonabili agli umori biologici della concezione ippocratica occidentale.

    Vengono identificati 3 dosha: 

    • vata che controlla il movimento
    • pitta che sovraintende al metabolismo 
    • kapha che governa la struttura

    Tutti e tre sono presenti in ciascuno, ciononostante noi mostriamo di più delle tendenze di uno, mentre altri mostrano una combinazione di uno o anche di tre. I dosha facilitano il dialogo tra mente e corpo e quando c’è una difficoltà aprono la possibilità di un sistema corpo-mente che è sempre in equilibrio, sano in evoluzione.

    Una volta compresi i nostri dosha spesso osserviamo che la nostra intuizione ci aveva da sempre insegnato il modo giusto per bilanciare le tendenze ed allineare il corpo già di per sé.

    Le scelte di certi cibi, il tipo di movimento fisico che sentiamo più giusto per noi, o anche il bisogno di dormire sono il lavoro dell’intuizione che dice al nostro corpo unico come stare al meglio sano e bilanciato.

    Abbiamo visto che c’è il cuore, come organo fondamentale per l’equilibrio e c’è la mente intuitiva

    Einstein ci ha insegnato che la mente intuitiva va oltre, legge tra le righe

    Questa intuizione, che dovrebbe essere l’attitudine della mente fondamentale, è invece stata relegata a qualcosa di aleatorio: non ci fidiamo della nostra intuizione, non le diamo importanza.

    Questo anche perché viviamo in una società che non ha interesse a sviluppare la fiducia in noi stessi, il potere dell’autoguarigione, ecc. perchè significherebbe meno business.

    Non siamo abituati a chiedere alla nostra intuizione …

    Dobbiamo recuperare la fiducia nella nostra intuizione!

    Come fare?

    • Come si sente il tuo corpo quando devi fronteggiare un dilemma o una decisione importante? Sii specifico descrivi la sensazione nel corpo
    • Come fa il tuo corpo a rivelarti la sua intuizione e la sua guida interiore?
    • Descrivi un’occasione in cui hai seguito la tua intuizione? 
    • Qual è stato il risultato?

    Ci sono le trappole della mente? Siii…certo, ma dobbiamo imparare a conoscerle. 

    Noi siamo individui che muovono l’energia in maniera molto individuale.

    I dosha ci possono essere d’aiuto per conoscere ancora meglio noi stessi. 

    Se non l’hai mai fatto, puoi provare qui il test per conoscere quale dei tre dosha è per te predominante https://www.ayurvedaitalia.it/test-ayurvedico.php

    C’è un famoso detto vedico che afferma: “E’ nostro dovere nei confronti del resto dell’umanità essere perfettamente sani perché noi siamo onde nell’oceano della coscienza e quando siamo malati, anche solo leggermente, stiamo distruggendo l’armonia cosmica.”

    Il benessere personale si rafforza nel feedback loop

    La saggezza convenzionale ci dice che, se vogliamo trovare l’equilibrio ed essere sani, dobbiamo prenderci cura di noi stessi, eppure il vero segreto per vivere in buona salute è di fatto l’opposto: dobbiamo permettere ai nostri corpi di prendersi cura di noi.

    Il corpo umano è composto da 50 trilioni di cellule che funzionano perfettamente sotto lo stesso principio guida e l’organo che regola e governa tutto questa intelligenza è il cervello.

    L’intero sistema fisico è stato disegnato per mantenere la vita indefinitamente.

    Le nostre cellule hanno funzioni perfettamente specializzate per ogni organo e per ogni tessuto.

    Hanno imparato a collaborare l’una con l’altra stando in continua comunicazione.

    Il cervello e il sistema nervoso centrale lanciano continuamente messaggi creando un feedback loop cioè un circuito di scambio continuo di informazioni.

    Un lato di questo circuito funziona in modo automatico, l’altro lato è influenzato dal libero arbitrio e dalle scelte che compiamo. I cicli di retroazione o feedback loop non sono comuni solamente in natura ma possono essere ritrovati anche nelle nostre aziende.

    Pensiamo, ad esempio, a qualcosa che chi si occupa di qualità conosce molto bene, l’ottimizzazione dei processi: ogni processo viene monitorato tramite indicatori che, se non ci restituiscono il risultato atteso, portano a una retroazione sul processo per allinearlo a ciò che vorremmo ottenere da esso.
    Lavoriamo tutti in ambienti complessi e le nostre organizzazioni, per funzionare bene, hanno bisogno di costruire una rete ben progettata di circuiti di feedback, per tenere aggiornati coloro che devono prendere le decisioni. Servono anche per aumentare la produttività nelle prestazioni di una persona, nel lavoro di squadra, nei progetti e nei processi.

    Un esempio tipico di feedback loop è il processo di ascolto dei clienti che mira a portare l’organizzazione a elaborare le informazioni raccolte per progettare soluzioni che riescano a soddisfare ancora meglio le richieste della clientela.

    Tutte le parti del sistema sono collegate e, quindi, un cambiamento in una parte del sistema genera ondate di cambiamenti che raggiungono le altre parti. L’azione ritorna, dunque, al punto di partenza in una forma modificata e abbiamo un ciclo che si chiama, appunto, ciclo di feedback.
    La parola “feedback” è spesso usata per designare qualsiasi reazione ma, in realtà, significa avere la percezione che il risultato delle nostre azioni deve influenzare le azioni successive. La nostra esperienza si forma proprio come risultato di azioni appartenenti a questo tipo di circuiti di feedback e la presenza di feedback è una caratteristica che c’è sempre in un sistema, affinché possa definirsi tale. 

    Facciamo parte di un ciclo di feedback che collega i nostri atti coscienti alla risposta cosciente del campo. In linea con l’implicazione di Heisenberg, l’universo presenta il volto che l’osservatore sta cercando, e quando cerca un volto diverso, l’universo cambia maschera. “

    —Deepak Chopra

    Noi sei tu che ti prendi cura del corpo

    La percezione delle esperienze e le nostre scelte entrano giorno per giorno in questo circuito di informazioni corporee, mandando un segnale chimico dal cervello alle cellule.

    L’intero sistema di scambio, continuo e retraoattivo, di informazioni funziona con questo meccanismo e, finchè si considerano le cellule, non c’è differenza tra un messaggio che inizia come un’emozione o uno che inizia con un ormone estrogeno o con l’adrenalina.

    Benchè il fare esercizio fisico, nutrirci in modo appropriato e stare lontani da tossine siano fattori importanti per la nostra salute in generale, ancora più importanti sono i messaggi che le nostre cellule ricevono.

    Il corpo è un meccanismo intelligente, governato da un cervello, che si prende cura di noi per la vita, se minimizziamo i messaggi negativi e massimizziamo quelli positivi

    Noi sei tu che ti prendi cura del corpo, ma è il corpo che si prende cura di te e lo devi lasciare fare…la sua saggezza è incommensurabile.

    Concludendo, se noi riuscissimo a restare completamente in contatto con il nostro corpo, noi raggiungeremmo lo stato di autentico  benessere personale, perché il corpo è stato pensato in modo da garantirci una sopravvivenza costante. E’ un continuo riparare, riciclare, riusare rimettere sostituire…

    • Quali messaggi dici a te stesso durante il giorno?
    • Quando hai di fronte una situazione difficile, qual è il messaggio positivo che puoi dare a te stesso?
    • Come potresti parlare in modo più positivo a te stesso ogni giorno per sostenere al meglio il tuo benessere?

    Se sei interessato a queste tematiche, seguici nelle prossime settimane per scoprire le prossime novità.

  • You may also like

    No Comments

    Leave a Reply